Centinaia di persone hanno accolto il feretro di Vincenzo D’Allestro, uno dei nove italiani uccisi da un commando jiadhista venerdì scorso a Dacca, in Bangladesh.
La bara dell’imprenditore, avvolta nella bandiera tricolore è giunta nella chiesa di Santa Maria Maggiore a Piedimonte Matese, città di origine di D’Allestro, dove tantissime persone sono accorse per porgere l’ultimo saluto a Vincenzo, mostrando uno striscione con la scritta: Aiutaci tu a portare sempre con noi anche solo un po della tua bellezza, e indossando le magliette con scritto Io sono Vincenzo.
In sindaco ha così dichiarato.
Proclamato il lutto cittadino anche ad Acerra, il paese dove l’uomo, insieme alla moglie si era trasferito da meno di un anno per poter raggiungere più facilmente una delle sedi dell’azienda tessile per la quale lavorava.
I familiari di Vincenzo D’Allestro hanno invitato amici ed parenti a dirottare le offerte di danaro che avrebbero fatto durante i funerali alla Onlus “Amici di Carlotta”, che assiste bambini poveri per le strade di Dacca. È stato il vescovo di Alife-Caiazzo, monsignor Valentino Di Cerbo, a rivelare la circostanza durante l’omelia di questa mattina. «Con questo gesto – ha detto avete trasformato questa tragedia in speranza. Grazie a voi tanti bimbi di Dacca sorrideranno, così come ha sempre fatto in vita Vincenzo».