giovedì, Aprile 18, 2024
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Bimbo morto, l’accusato non è in grado di intendere e di volere?

Mariano Cannio, l’uomo di 28 anni fermato con l’accusa di avere ucciso il piccolo Samuele lanciandolo dal balcone della sua abitazione, potrebbe non essere in grado di intendere e di volere. La circostanza, secondo quello che si sta profilando, potrebbe essere sondata nel corso di un incidente probatorio che le parti sarebbero intenzionate a chiedere. Questa mattina l’uomo è stato lungamente interrogato dal Gip, Valentina Gallo, che dovrà esprimersi sul fermo. L’avvocato difensore, Mariassunta Zotti, intercettata dai giornalisti all’esterno del carcere di Poggioreale, non ha voluto riferire dettagli sulle dichiarazioni rese dall’accusato e ha voluto mantenere uno stretto riserbo. Già agli inquirenti, nel momento del fermo, Cannio avrebbe però ammesso la circostanza (evidenziata da alcune immagini in possesso degli investigatori) che era sul balcone con il bambino in braccio. L’incidente probatorio dovrebbe verificare anche se si tratta di una persona pericolosa e l’eventuale imputabilità.

 

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