A distanza di sei anni, ricostruiti alcuni omicidi della cosiddetta seconda faida di Scampia.
Otto tra mandanti e autori di agguati avvenuta durante la seconda sanguinosa scissione tra i clan camorristici dell’area nord di Napoli, quella del 2012 tra gli spagnoli, che nel 2004 uscirono vincitori dalla prima faida contro i Di lauro, e i cosiddetti girati di via Vanella Grassi, sono stati arrestati dai carabinieri.
In manette il boss Arcangelo Abbinante e figure di spicco come Salvatore Baldassarre, Ciro Barretta, Antonio Bastone, Raffaele Mincione, Giuseppe Montanera, Pietro Polverino e Anna Ursillo.
Sono stati individuati mandanti e autori di due omicidi: quelli di Rosario Tripicchio e Roberto Ursillo.
Tripicchio era stato luogotenente di Antonio Bastone e si era successivamente “girato”. Bastone aveva quindi istigato Abbinante all’omicidio di Tripicchio per vendicarsi del fatto che durante la sua detenzione era stato esautorato dalla gestione degli affari. I sicari (Abbinnate e Baldassarre) venuti a conoscenza della casa nella quale si era nascosto Tripicchio si misero appostati all’esterno e lo uccisero a colpi d’arma da fuoco mentre saliva su una vettura.
Ursillo, parente e affiliato a Bastone, fu invece ucciso a Chiaiano da un commando della Vanella Grassi. La sua morte fu decisa dai componenti del lotto G, in particolare dal reggente Barretta, per dare una risposta armata al clan contrapposto. I killer lo seguirono nel traffico mentre era alla guida di una vettura e dopo averlo affiancato lo crivellarono di colpi.
Pochi giorni dopo, il 22 settembre 2012, gli Abete-Abbinante-Notturno pianificarono l’omicidio di Barretta, colui che, dopo avere cacciato Bastone e i suoi familiari, aveva preso il controllo del lotto G. L’omicidio venne chiesto da Bastone ad Abbinante e Montanera che, insieme con Baldassarre, attesero il via libera di Anna Ursillo, la madre di Bastone, abitante in uno dei complessi del lotto G. La donna appostata al balcone doveva fare da specchiettista.
Il commando ebbe il via con un sms dalla Ursillo. I killer erano armati di pistole e di un fucile mitragliatore Kalashnikov. Abbinante era camuffato con una parrucca da donna ed entrò nel Lotto G senza essere riconosciuto fino a fermarsi vicino all’obiettivo. Barretta intuì cosa gli stava succedendo e si diede alla fuga. Lo salvò l’inceppamento del Kalashnikov, circostanza che gli permise di guadagnare metri preziosi e salvarsi, nonostante i colpi sparati contro di lui che aveva rimesso in funzione l’ak47.
Fatta luce anche su due inquietanti episodi: il lancio di alcune bombe a mano da parte degli Abete-Abbinante-Notturno il 15 dicembre 2012: la prima fu lanciata in un cortile delle case celesti, un insediamento popolare al confine con Secondigliano, e non esplose per un malfunzionamento; la seconda bomba a mano venne lanciata poco dopo nel cortile del Lotto G e il suo scoppio provocò il ferimento di due minorenni e il danneggiamento di nove auto. Servivano agli Abete-Abbinante-Notturno per mostrare in maniera plateale agli avversari, la loro forza e superiorità militare, ma il lancio della bomba in pieno pomeriggio aveva sfiorato la strage e ciò – ritengono gli investigatori – fece calare gli appoggi tra la gente di Scampia decretando la sconfitta del clan dal punto di vista militare.