Pizzo a tappeto, ai danni di decine di operatori economici dei comuni dell’area est del Casertano, arrivando a pretendere la tangente anche sui lavori di costruzione di una parrocchia. Aveva un controllo quasi capillare del territorio il gruppo collegato al potente clan Belforte di Marcianise (Caserta), smantellato oggi nel corso di un blitz della Squadra Mobile della Questura di Caserta (coordinata dalla DDA di Napoli), che ha portato, su ordine del Gip di Napoli Maria Vittoria Foschini, 28 persone in cella e sei ai domiciliari (45 in totale gli indagati) per reati vari tra cui l’associazione mafiosa e l’estorsione aggravata. L’organizzazione – che agiva nei centri di Maddaloni, Valle di Maddaloni, Cervino e Santa Maria a Vico – era guidata dai parenti dei capi storici, tutti detenuti e anch’essi indagati nell’inchiesta: tra gli arrestati figura Andrea D’Albenzio, 25 anni, figlio di Giorgio e nipote di Clemente, boss da sempre referenti dei Belforte a Maddaloni.
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