Gaja e Serena cercano il donatore per sconfiggere l’aplasia. Appello dei genitori per la tipizzazione

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Uno. Uno è un numero piccolo piccolo. Ma che può diventare un gigante. Sì perche Uno è colui che stanno cercando Gaja e Serena per sconfiggere la loro malattia. Uno è la possibilità su centomila di trovare un donatore di midollo compatibile per sconfiggere l’aplasia midollare.

Gaja e Serena, 12 e 17 anni, hanno scoperto a novembre di soffrire della stessa malattia, e siccome la vita insegna spesso che il caso non esiste ha fatto in modo che le due ragazze (la prima di Napoli, la seconda di Pomigliano d’Arco) si trovassero a condividere la stessa stanza dell’ospedale Bambino Gesù a Roma. Giorno dopo giorno, terapia dopo terapia, in quel microcosmo che si crea nella camera di un ospedale i loro genitori hanno stretto un patto: di trovare Uno. Uno per Gaja, Uno per Serena.

Mano nella mano, e mano nella mano con chi ha già affrontato questa ricerca, si sono incamminati e hanno lanciato sui social network l’appello più importante dedicato a chi, secondo i parametri medici, può iscriversi al registro dei donatori.

Sono vari gli appuntamenti fissati con l’Admo, associazione donatori midollo osseo che anche stavolta ha messo in campo il proprio impegno e le risorse necessarie a organizzare giornate di tipizzazione.

La prima è oggi a Brusciano in via Padula, cui seguirà quella di giovedì 6 febbraio a Villa Medusa (via di Pozzuoli) dalle 16 alle 20.

Il messaggio è semplice e chiaro. Per entrare nel registro mondiale dei potenziali donatori di midollo osseo ci si deve sottoporre a un semplice tampone salivare. Occorre avere una buona salute, fra i 18 e i 35 anni e pesare almeno 50 kg.

Altrettanto semplice è la donazione, come si legge sul sito dell’Admo. Il sangue del donatore viene prelevato da un braccio e passato all’interno di un apposito macchinario dotato di una centrifuga che, come nell’aferesi del plasma e delle piastrine, separa e trattiene le cellule staminali. Il sangue filtrato viene poi immediatamente re-infuso nell’altro braccio del donatore.

Maurizio Imparato, come hanno fatto altre mamme e papà nei tempi passati, ha deciso di affidare a FB le sue sensazioni, le emozioni, i pensieri di un uomo che con coraggio e una incredibile forza affronta con Gaja questo nuovo e inaspettato capitolo della vita.

“Cosa senti quando ti rendi conto di avere davanti a te una sfida enorme? Due solo le sensazioni che ti assalgono. La paura di non farcela e l’ansia di non sapere a chi rivolgersi. Esiste una terza strada? Si. Girarsi intorno e chiedere aiuto. Chiedere aiuto ti permette di scoprire quante meravigliose persone esistono intorno a noi. Questa è la verità. Trovare da soli l’UNO su 100.000 è un’impresa titanica. Trovarlo insieme a centinaia di amici che si attivano scioglie le paure e lenisce l’ansia. Uno su 100.000 diventa un risultato possibile. Scoprire che insieme all’UNO per Gaja giovedì 6 febbraio nasceranno tanti UNO disponibili a salvare tante altre Vite rende questo percorso più ‘dolce’. Tipizzarsi è semplice. Restituire una Vita normale a chi oggi soffre in ospedale un Dono. Roba da UNO, insomma. Peccato non esserci. Fatti Vivo, UNO”.