La gioia più grande, la vittoria più attesa contro la rivale più odiata. Nel peggiore momento del Napoli targato De Laurentiis, il Napoli trafigge la Juventus al “San Paolo” e regala ai tifosi una notte di festa. Risultato che entusiasma, frastorna chi ama i colori azzurri e che evidenzia, almeno questo è l’augurio, il superamento della crisi. I gol di Zielinski e Insigne, piegano i bianconeri capaci di un sussulto finale col solito Cristiano Ronaldo, complice l’ennesima incertezza difensiva.
Contano i 3 punti, in una classifica anemica, ma quel che puiù conta è l’atteggiamento in campo della squadra. Gattuso pare sia riuscito a rianimare un gruppo da mesi stabilmente sotto la tenda a ossigeno. L’innesto nel cuore del centrocampo di Diego Demme il vero capolavoro del mercato, capace con questo colpo e con l’arrivo anche di Lobotka di inserire nel motore azzurro l’additivo mancante.
In una sola notte al “San Paolo” sembrano svanite ansie e frustrazioni. Contro l’odiata Juventus, contro l’ex subcomandante Sarri, contro un sistema di potere che continua a perpetrase se stesso, la truppa in maglia azzurra si è riscoperta squadra. L’elemento più importante, il dato più significativo, ciò che fa sperare nella risalita della china.
A questo punto sarebbe davvero importante capire in quella notte drammatica post Napoli-Fiorentina, nel ritiro di Castel volrturno, cosa sia avvenuto. Quali corde abbia toccato Gattuso. Cosa sia scattato nella mente di giocatori che fino allo scorso anno sembravano campioni e nelle mani di Ancelotti sono diventati brocchi. L’allenatore fieramente meridionale aveva chiesto di non specchiarsi più, di non sentirsi più belli, biondi e con gli occhi azzurri. Ma di diventare, brutti, magari anche cattivi. Pare che l’idea alla squadra sia piaciuta… a Pianic & C un po’ meno.