Il sergente Spalletti mette subito in riga il Napoli

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Il sergente Spalletti mette subito in riga il Napoli. L’allenatore toscano si presenta alla città e definisce rapidamente le sue priorità. Usa l’ironia (“chi è il più cattivo di voi”? chiede subito ai giornalisti presenti in sala stampa), la mescola a una facile piaggeria (“Napoli è il completamento del mio tour dell’anima”. “Qui il calcio e i miracoli sono la stessa cosa”. “Sono sulla panchina della squadra in cui giocava Maradona e nella città di San Gennaro”) e uno spruzzo di anticipazioni tecniche (“giocheremo con 4-2-3-1 ma bisognerà comprendere se avrò i giocatori adatti”). Proprio il tema della rosa, con le spine legate alla presenza o meno il prossimo anno di Insigne, Koulibaly e Fabian Ruiz è quello sul quale il tecnico deve fare l’equilibrista, al cospetto di De Laurentiis che si siede in prima fila tra i giornalisti come a volerne “controllare” le mosse. Rivela di aver chiamato Insigne, provando a convincerlo a fare questo cammino insieme e Di Lorenzo, per complimentarsi su come sta giocando l’Europeo. Poi si lascia sfuggire che analoga telefonata l’ha fatta anche a Emerson Palmieri, augurandosi di ritrovarlo in azzurro a mercato chiuso. “Ora tocca a Giuntoli”, ha detto, “al quale chiedo di non muoversi troppo”, ha sussurrato sibilino.
Dopo un’ora di “diplomazia” a tratti soporifera, viene fuori lo Spalletti più autentico: “Io non devo motivare nessuno – sbotta – qui i giocatori devono venire beli e che motivati. Se giochi col Napoli non hai bisogno che io ti motivi, lo devi essere di tuo. Giocatori forti, testa forte, questo è quello che sostengo”.
Il raduno è previsto lunedì a Castel Volturno, con i giocatori che potrà avere a disposizione Europeo permettendo. Poi dal 15 in ritiro a Dimaro per iniziare l’avventura azzurra, con l’obiettivo dichiarato della qualificazione in Champions e un messaggio chiaro ai giocatori: “Sono tutti in debito con me, poi a quattr’occhi spiegherò loro perché”. Eppure, non è tanto difficile da capire.