Lavanderie industriali, l’allarme: “Esclusi dal Decreto Cura Italia”

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Dalla diffusione del Covid-19, il turismo, che rappresenta in Italia il 13% del Pil, si è fermato. Con esso, il settore delle lavanderie industriali che fornisce ad alberghi e ristoranti l’indispensabile servizio di noleggio e la sanificazione dei dispositivi tessili per le strutture alberghiere e della ristorazione utilizzati per la vestizione della camera, del bagno, del ristorante e del personale.
Pur operando in diretta connessione con le strutture ricettive, le lavanderie industriali non sono state ricomprese nelle misure del Decreto Cura Italia. A sollevare il problema è Assosistema Confindustria, l’Associazione di categoria che rappresenta, aziende di medie e grandi dimensioni, per oltre 35 mila dipendenti, compresi gli stagionali. In ambito industriale, il settore conta un fatturato annuale pari a circa 1,3 miliardi di euro, con 1.000 imprese saldamente radicate nel territorio italiano.
“Alla sospensione totale o quasi dell’attività produttiva per mancanza di commesse – dichiara il presidente di Assosistema Confindustria Marco Marchetti – è susseguito anche il ricorso alla cassa integrazione ordinaria per tutti i lavoratori che operano nelle lavanderie industriali per il turismo. E’ importante che il Governo stabilisca nei prossimi provvedimenti delle misure per le aziende, commisurate al danno subito dal settore e dalla sua filiera. Serve liquidità alle imprese non solo sotto forma di prestito a medio-lungo termine, con un costo limitatissimo e prefissato per le aziende, ma, contemporaneamente, anche una parte a fondo perduto (o credito d’imposta e dei versamenti pluriennale) per coprire le perdite che si preannunciano pesantissime non solo per l’anno in corso ma anche per il successivo, pur sperando in un contenimento delle stesse grazie ad una ripresa più marcata del turismo”.
“Si tratta di due semplici macro-misure per il settore utili in questo momento per far sì che le aziende che ora hanno chiuso possano resistere, riaprire ed essere da subito operative rispondendo a quelle che saranno le nuove esigenze del settore turistico – continua Marchetti – Auspichiamo, quindi, che il governo nei prossimi provvedimenti tenga come riferimento non singole realtà produttive ma la filiera nella sua interezza, naturalmente comprese le lavanderie industriali”.
Ora è il momento di ragionare sul futuro del turismo, intuendo i nuovi modelli di offerta e le nuove esigenze dei clienti finali. Ci troviamo sicuramente in un punto di svolta, in cui l’igiene ha assunto una visibilità ed importanza mai avute prima. Il turista orienterà sempre più le proprie scelte verso quelle strutture in grado di dimostrare a 360 gradi le misure igieniche messe in atto in particolar modo in relazione al trattamento e sanificazione della biancheria e dei tessili utilizzati nelle strutture stesse.
“Assosistema Confindustria è pronta a dare il suo contributo per la fase di ripartenza – conclude Marchetti – le nostre imprese hanno messo sempre al primo posto la garanzia e la sicurezza igienica dei propri prodotti e del proprio servizio. La norma tecnica UNI EN 14065, associata alle Linee guida Assosistema, è basata su un sistema di controllo RABC (Risk Analisys Biocontamination Control), che garantisce la riduzione della carica batterica entro limiti predefiniti. Per questo è necessario che il settore turistico abbia come punto di riferimento partner affidabili, solidi e qualificati per il servizio di noleggio e lavaggio dei tessili a tutela di tutti i consumatori. Strumenti importanti sui quali le imprese del turismo e dell’ospitalità dovranno orientare le future scelte strategiche anche di business”.