Le mani del clan Cesarano sul mercato dei fiori di Pompei

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Da cinque anni, cioè dal 2015, anno della costituzione, imponeva la sua “mediazione” agli storici operatori del “Mercato dei Fiori”, zona commerciale florovivaistica più importante del Sud Italia, che si estende tra Castellammare di Stabia e Pompei, costringendoli a non affidare più il trasporto e il facchinaggio ai singoli autotrasportatori.

La società di intermediazione “Engy Service”, ritenuta dalla DDA di Napoli appartenente al clan Cesarano, è stata sequestrata oggi dalla Guardia di Finanza di Torre Annunziata in collaborazione con i carabinieri.

Definita dal gip una “impresa di camorra”, era amministrata da Antonio Martone e Giovanni Esposito, cognati di Luigi Di Martino, detto “o’ profeta”.
Il sodalizio camorristico stabiese ha imposto la sua opera di “mediazione” tra i diversi operatori economici, costringendo i commercianti ad affidare il servizio di trasporto non più ai singoli autotrasportatori ma alla “Engy Service”, che provvedeva a distribuire le commesse.

In questo modo, è stato realizzato un vero e proprio monopolio sulla spedizione di fiori, bulbi e vasellame nonché sullo scarico delle merci giunte al mercato a bordo degli autoarticolati, ottenendo un immediato exploit del fatturato.

E questo, avvalendosi della forza dell’intimidazione, attraverso minacce e pestaggi punitivi.
Il sequestro preventivo ha riguardato le quote societarie, l’azienda e tutti i beni riconducibili alla “Engy Service”, che nel 2018 aveva raggiunto un volume d’affari di quasi 2 milioni di euro.