“Ci rivolgiamo a lei perché ieri ci siamo sentiti abbandonati dallo Stato, da chi avrebbe dovuto garantire sicurezza e legalità”. Dalle colonne del quotidiano Il Mattino, la giornalista Giuliana Covella, da conto di una lettera scritta da alcune mamme. Sono le mamme del Rione Villa, il destinatario è il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

La lettera-appello è stata scritta all’indomani dell’omicidio del nonno che stava accompagnando a scuola il nipotino di 3 anni. Ucciso davanti a decine di mamme e bambini, terrorizzati.

Una richiesta d’aiuto disperata che le donne del quartiere hanno insieme con Anna Riccardi, presidente della Fondazione Famiglia di Maria. Da cinque anni è alla guida della Fondazione di via Aprea affollata ogni giorno da oltre 150 bambini e dalle loro madri, unico avamposto di legalità. Nei mesi scorsi aveva voluto farle visita il presidente della Camera, Roberto Fico. Ma non basa. Non bastano doposcuola, sport, corsi di informatica, ballo, scrittura creativa. Non basta la Chiesa, pure molto attiva. Occorre percepire la presenza dello Stato. Nella lettera una stoccata finale a Salvini: “gli agenti promessi: dove sono?”.

E a questa domanda ha risposto il titolare del Viminale, annunciando che arriveranno a breve,. Non ha fornito una data ma Salvini ha spiegato che “Napoli è forse la città nella quale abbiamo investito di più in Italia. In dieci mesi di governo sono venuto quattro volte, ho presieduto tre comitati in Prefettura e ho visitato Afragola. Prima dell’estate tornerò ancora”.

Ma intanto al Rione villa la paura resta, è tangibile. Il questore De Iesu ha parlato di emergenza nazionale. In quel quadrilatero di case popolari, che si mescolano con un’area industriale mai nata, c’è chi eroicamente resiste. Ma fino a quando potrà farlo con le sue sole forze?