Napoli, i medici guariti del Cotugno donano il plasma per curare i pazienti

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Prima hanno salvato centinaia di vite, poi si sono ammaltai di Covid-19 ed hanno sconfitto anche loro il virus. Ora sono in fila per donare il sangue ricco di anticorpi alla banca dati dell’ospedale. Sono medici, primari, ma anche ex direttori sanitari che si sono messi in fila per donare il plasma e contribuire a curare, con una terapia sperimentale, altri pazienti colpiti dallo stesso virus.

Il nome del protocollo avviato ieri, “Tsunami” rende l’idea dell’obbiettivo: travolgere in maniera virtuosa la malattia e sconfiggerla. Il Cotugno insieme con l’istituto tumori Pascale è capofila nello studio clinico che utilizza il farmaco per l’artrite contro la polmonite severa causata dalla malattia. Con risultati «incoraggianti, anche se non definitivi». Secondo l’Aifa, il tocilizumab può ridurre «significativamente» la mortalità a distanza di un mese dal trattamento. Dopo 14 giorni, il tasso di letalità è stato infatti del 18.4 per cento invece del 20 per cento atteso sulla base dei dati forniti dall’Istituto Superiore di Sanità. Ma, a 30 giorni, la percentuale è scesa al 22.4 per cento anziché risultare superiore al 30.

La sperimentazione dell’uso delle immunoglobuline prevede l’utilizzo del plasma iperimmune per il trattamento delle polmoniti causate dal Covid-19. Donato da ex pazienti, guariti dalla malattia, già ricoverati in ospedale e poi dimessi o che hanno contratto l’infezione con sintomi lievi e sono tornati a casa. E, soprattutto, con un numero adeguato di anticorpi decisivi per contrastare il nuovo virus.