Pompei, nuovi ritrovamenti nel cantiere della Regio V: ecco la “Casa di Giove”

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Dopo quasi 2000 anni dalla terribile eruzione che la distrusse, Pompei continua a vivere e a regalare sorprendenti scoperte. È quanto sta avvenendo nel cantiere della Regio V.

Tesori che vengono restituiti e domus che continuano a prendere forma. Prima tra queste la “Casa di Giove”, così chiamata per il ritrovamento, nell’ottocento, di un quadretto raffigurante Giove, il re di tutti gli dei. Questa apparteneva al senatore M. Nonius Balbus, pretore e proconsole della provincia di Creta e di Cirene, tribuno della plebe nel 32 a.C. e partigiano di Ottaviano. Un personaggio molto importante, dunque, divenuto un mecenate per la città di Ercolano e sempre pronto a finanziare restauri e a costruire edifici pubblici.

I recenti scavi hanno portato alla luce una pianta con atrio centrale, decorato da un fregio dorico in stucco con rifiniture in blu e rosso, attestato dai numerosi frammenti rinvenuti.

Proseguendo, sul fondo, un colonnato su cui si affacciano altri tre ambienti di rappresentanza, segnati da una tipica decorazione in I stile pompeiano, propria dell’età arcaica.

In questi ultimi sono emersi dipinti, segnati dai colori accesi del rosso, nero, giallo e verde e riquadri in stucco imitanti lastre marmoree.

Ma quella della “Casa di Giove”, – spiega il direttore Massimo Osanna -, non è stata l’unica scoperta delle ultime settimane di scavo.

Nell’ambiente circostante, i lavori hanno reso i resti di una stanza, dove sono evidenti su una parete affrescata i segni di un incendio, certamente dovuto all’eruzione: in un angolo è possibile osservare i resti carbonizzati di un letto e le stoffe che lo ricoprivano.

Ma le sorprese non finiscono ed è più avanti, in un’altra delle case del vicolo dei Balconi, quella a “Nord del giardino”, che è emersa -“la prima scena figurata di una certa complessità”- così definita dagli archeologi; un quadretto idillico sacrale che raffigura una scena di sacrificio nelle vicinanze di un santuario agreste.

Una molteplicità di ritrovamenti, dunque, dai dipinti a intere stanze, che sottolineano lo stile del tempo, rendendo queste scoperte sempre più profonde in modo da far riaffiorare dettagli e scene di vita quotidiana, di un popolo ormai così lontano e di una città completamente rasa al suolo.