“Processo Resit”, 20 anni all’avvocato Cipriano Chianese. Facchi condannato a 5 anni e 6 mesi

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20 anni di reclusione per l’avvocato Cipriano Chianese, ritenuto l’inventore delle ecomafie, per conto del clan dei Casalesi. Cinque anni e sei mesi l’ex sub commissario all’emergenza rifiuti tra il 2000 e il 2004, quando era commissario Antonio Bassolino, Giulio Facchi. Per lui il sostituto procuratore di Napoli Alessandro Milita, nel corso della requisitoria, chiese 30 anni. Ma sono quindici, per un totale di 117 anni e mezzo di carcere, le condanne con le quali si è concluso il processo di primo grado, sull ecomafie in Campania, il cosiddetto preocesso Resit (Sedici anni di reclusione sono stati inflitti a Gaetano Cerci; 12 anni, invece, per Remo Alfani). Condanne legate al periodo dell’emergenza rifiuti e alLa mega discarica di Giuliano, ancora oggi senza bonifica, finita al centro delle indagini della Procura di Napoli che ha sollevato le accuse pesantissime di disastro ambientale e avvelenamento della falda acquifera, oltre a una serie di falsi e alcune ipotesi di estorsioni molte delle quali dichiarate prescritte. Accuse che hanno retto nel processo, ma non per tutti gli imputati. I giudici della quinta sezione della Corte di Assise (presidente Adriana Pangia) dopo una camera di consiglio durata fino a sera hanno escluso per Facchi e per tutti gli altri imputati l’aggravante mafiosa e hanno condannato Facchi (difeso dagli avvocati Riccardo Polidoro e Alessandra Cangiano) per disastro e avvelenamento colposi. Escluso il dolo, dunque. Dolo che invece è stato riconosciuto a Cipriano Chianese, avvocato e imprenditore di Parete, nel Casertano, considerato il «re delle discariche», l’ideatore del sistema dei rifiuti.