Sono oltre 2milioni i meridionali in fuga dalle loro terre, la metà è rappresentata da giovani. Il rapporto Svimez, presentato oggi alla presenza del premier, Giuseppe Conte, è impietoso. L’allarme è sulla “trappola demografica” italiana, Paese dove nel 2018 si è raggiunto un nuovo minimo storico delle nascite, 6mila in meno solo nel meridione.
Sul tema lavoro i dati sono ancora più drammatici. Il gap occupazionale tra Sud e Centro-Nord, nell’ultimo decennio è aumentato dal 19,6% al 21,6%: ciò comporta un dislivello di circa 3milioni di posti di lavoro tra Nord e Sud.
La crescita dell’occupazione nel primo semestre del 2019 riguarda solo il Centro-Nord (+137.000), cui si contrappone il calo nel Mezzogiorno (-27.000). La parte meridionale del Paese, nel 2019 , è entrata ufficialmente in recessione, con una stima di crescita dello 0,2%.
I provvedimenti governativi non hanno avuto alcun effetto. Secondo il rapporto Svimez, ad esempio, l’impatto del reddito di cittadinanza sul mercato del lavoro è nullo “in quanto la misura, invece di richiamare persone in cerca di occupazione, le sta allontanando dal mercato del lavoro”. Il Reddito di cittadinanza, si sostiene nel rapporto, “è una misura ‘nazionale’ di contrasto alla povertà, le politiche per il Mezzogiorno, soprattutto dopo la crisi, dovrebbero passare attraverso una ridefinizione delle politiche di welfare e sul tema dei diritti di cittadinanza”.
Indicazioni per il futuro, puntare sul Green. Il Sud, secondo Svimez, deve esser visto come “piattaforma verde del Paese”. “La bioeconomia meridionale si può valutare tra i 50 e i 60 miliardi di euro, equivalenti a un peso tra il 15% e il 18% di quello nazionale”. Il direttore di Svimez, Luca Bianchi invita a vedere nel “Green New Deal un’opportunità di rinascita economica del Mezzogiorno”, che può fare da “piattaforma green del Paese”.