Rivoluzione trattamento prostata: si cura col vapore

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Si chiama Rezum l’innovativo
trattamento termico che utilizza vapore d’acqua per il
trattamento mininvasivo dell’ipertrofia prostatica benigna.
Sviluppato negli Usa è in uso in Europa da alcuni anni. In
Italia se ne sta consolidando l’utilizzo e in Campania da alcuni
mesi a fare da apripista è l’unità di Urologia dell’azienda dei
Colli di Napoli guidata da Francesco Uricchio.
“Rezum – avverte quest’ultimo – nasce come terapia alternativa
all’intervento chirurgico di asportazione della prostata
ingrossata che viene eseguita usualmente con metodiche
chirurgiche e la foto vaporizzazione laser. In questo caso il
vantaggio è la conservazione piena della funzione erettile
grazie all’uso di un sistema endoscopico monouso sterile dotato
di un sottile ago curvo che in endoscopia e in anestesia locale
viene introdotto nell’uretra iniettando nel tessuto prostatico
il vapore generato dalla macchina a una determinata pressione
per circa 9 secondi. La procedura può essere ripetuta più volte
e dipende del volume e alla conformazione prostatica. Un sistema
preciso praticamente privo di complicazioni legate alla
procedura”.
Il Monaldi è l’unica struttura in Campania in cui viene
effettuata la metodica.
“Ho effettuato finora 200 interventi anche a molti colleghi e lo
farò anche per me – conclude Uricchio – funziona benissimo e non
dà alcuna complicazione. Si interviene con un catetere in
leggera sedazione. Una grande innovazione per la gestione
innovativa dell’iperplasia prostatica benigna”.
Di questa tecnica si è parlato a margine degli stati generali
della Sanità del Sud promossi di recente a Napoli da Motore
Sanità.
Francesco Franzoso, Direttore Urologia Ospedale Pio XI di Desio,
Asst Brianza ha puntualizzato: “Il trattamento termico con
vapore acqueo consente di ottenere ottimi risultati clinici,
duraturi nel 95% dei casi, non comporta complicanze importanti e
non richiede il ricovero. Garantisce soddisfazione ai pazienti
ma è anche una procedura che consente un risparmio economico
all’ospedale.”
L’iperplasia prostatica benigna è una patologia comune con
l’avanzare dell’età: riguarda il 43% degli uomini over 70 e il
75% degli over 80. I sintomi minacciano la qualità di vita di
chi ne soffre – come la compromissione sessuale e l’incontinenza
urinaria. Esiste una terapia farmacologica per i pazienti con
una sintomatologia lieve ma quando si complica era finora
necessario ricorrere alla terapia chirurgica o ad altri
trattamenti col laser.
“L’innovazione deve avere più spazio e diventare una priorità
delle aziende sanitarie – ha proposto Antonio Picciché,
direttore medico Ospedale Papa Giovanni XXIII Bergamo. Anche
Giovanni Carretta, direttore sanitario Azienda Ulss 3
Serenissima, ha sottolineato come una possibile soluzione sia il
passaggio da budget lineari a budget circolari, capaci di tenere
in considerazione non solo il costo della singola terapia ma
tutto il percorso del paziente secondo una logica di
sostenibilità economica del sistema sanitario.
“Le decisioni di innovazione devono essere supportate da
adeguate valutazioni di tipo economico che riguardino non solo i
differenziali di costo delle prestazioni oggetto di analisi, ma
anche le ricadute nel breve e medio periodo sulle risorse
aziendali e sulla qualità di vita dei pazienti” ha poi
evidenziato Tiziana Comelli, Responsabile Controllo di Gestione ASST Monza. “Lo studio effettuato sul caso del Rezum fornisce infatti non solo una misurazione comparativa dei costi di prestazioni alternative rispetto ad un problema di salute, ma anche una stima delle ore di sala operatoria e di giornate di
degenza risparmiate rispetto agli obiettivi di ripresa del
paziente, di ritorno alla sua vita normale e di miglioramento
dei tempi di attesa” come dimostra l’esperienza del “Rezum” presso l’Ospedale Monaldi e di Desio, presentati per la prima
volta durante la sessione.