Il giudice autorizza lo sfratto di “Rossopomodoro”, la guerra delle pizze costa 15 licenziamenti

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Lo sfratto diventa esecutivo, il giudice non ferma la guerra delle pizze “da asporto” e autorizza la chiusura di “Rossopomodoro” all’interno del Multibit di Casoria.

LA VICENDA – Quindici lavoratori di una nota pizzeria che paga regolarmente tasse e canoni di locazione, con un bilancio senza alcuna macchia, stanno perdendo il posto di lavoro ed il ristorante pizzeria tra due giorni chiude perdendo tutto . Il motivo ? Fanno pizze piccole – d’asporto .
Detta così sembra una barzelletta e neanche troppo divertente. È invece quanto accade a Casoria, dove una pizzeria della nota catena “Rossopomodoro” è stata raggiunta dallo sfratto per via di una presunta violazione delle norme contrattuali relative alla “tipologia merceologica dei prodotti offerti in vendita”, come recita l’ingiunzione. Il 7 febbraio è la data dello sgombero, con l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Intanto i lavoratori vittime innocenti di una decisione incomprensibile hanno deciso di anticipare la chiusura a domenica 4 salutando i loro affezionati clienti e spiegando a tutti domani in una conferenza stampa alle 11,00 i motivi di questa disgustoso dramma .

In pratica, ha raccontato Claudia Esposito, responsabile della società “L’ulivo srl” che da anni gestisce il franchising, il problema sono la produzione di pizze più piccole d’asporto e la dimensione delle pizze che qualche cliente non consuma al tavolo, ma noi come da licenza e contrato non possiamo obbligare i clienti a sedersi per mangiare o a comprare solo pizze grandi . La società proprietaria del centro commerciale Multibit, dove sorge la pizzeria, è la “Immobiliare Italiana” con sede a Milano; accusa la pizzeria di produrre e vendere pizze d’asporto di misura small, non limitandosi esclusivamente a “ristorazione e pizzeria al tavolo ” ma producendo pizzette che andrebbero a ledere la concorrenza, ovvero il bar e altri negozi del centro che invece a loto volta indisturbati vendono piatti di pasta e pizze senza alcun problema per l’immobiliare .
Il problema è che un primo giudice del tribunale di Napoli Nord , valutando come violazione contrattuale la produzione di pizzette ha accolto tale istanza di risoluzione contrattuale , ordinando la chiusura dell’esercizio e determinando la perdita dell’impiego per i 15 dipendenti ed un dramma sociale per le rispettive famiglie che finiscono in mezzo alla strada .
“Un assurdo, fin quando non ho letto l’ordinanza del Giudice non ci credevo pensavo che si trattasse di uno scherzo – dice l’avvocato Angelo Pisani che difende i pizzaioli – ma ora penso che sia opportuno che intervenga il Prefetto e le Autorità competenti per risolvere legalmente un problema che vede la distruzione di un attività e la rovina di 15 famiglie rimaste senza stipendio per perdita del posto di lavoro dei dipendenti del ristorante . Ovviamente la produzione di pizze in formato ridotto è prevista dal contratto di locazione e dal franchising Rossopomodoro, quindi i pizzaioli oltre che fare pizze saporite non hanno mai violato alcuna regola; ma tutto ciò quanto conta in Italia?”.

http://www.rossopomodoro.it/ristoranti/NAPOLI/casoria