Suicidio tattico del Napoli contro il Lecce e nuova sconfitta al San Paolo (2-3)

Gattuso rivoluziona la difesa, mette al centro Koulibaly e Maksimovic restituendo la fascia destra a Di Lorenzo. In mezzo al campo opta per Demme e Lobotka, salvo poi tornare sui suoi passi. Politano dimostra troppo egoismo, meglio con Callejon in campo. L'arbitro non concede un rigore sacrosanto per fallo su Milik

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Liverani la prepara bene, i suoi ragazzi la interpretano meglio e il Lecce tira un calcio dove non batte il sole al Napoli di Gattuso. 3-2 al San Paolo e sonora sconfitta per gli azzurri, inconsistenti in difesa e sciuponi in attacco. Se si aggiunge il rigore che il mediocre arbitro Giua non assegna, ecco la sintesi di un inatteso tonfo casalingo. L’ennesimo di una stagione in cui a ogni ripartenza pare corrispondere una brusca caduta.
Il calcio è sofferenza e ripartenza. Da quando i fiorentini nel XV secolo iniziarono a contendersi una palla di cuoio riempita d’aria. Nulla di nuovo. Lo hanno dimostrato i salentini, che con la giusta applicazione e cattiveria agonistica sono riusciti a piegare i partenopei. Che hanno sciupato tantissimo, con Milik e con Insigne in particolare. Il capitano si è reso protagonista di una gara impalpabile. Da lui ci si aspetta sempre qualcosa in più. Che stavolta non c’è stato. Ma non ha convinto nemmeno l’idea di Gattuso di cambiare 5 uomini rispetto all’ultima partita. In particolare di dare la fascia destra a Politano, egoista e a tratti irritante. E di mettere accanto a Demme Lobotka e Zielinsky. Capitolo tutto da rivedere il calcio di rigore non assegnato dall’arbitro per un calcione di Donati a Milik. Addirittura giallo per il polacco. E pantomima col Var finita nel nulla. L’ultimo rigore concesso al Napoli fu proprio a Lecce, un girone fa. Il Napoli si farà sentire? Se lo farà con la timidezza con cui Giuntoli si è presentato ai microfoni di Sky, c’è poco da stare allegri.