Uova, allarme per la salute dei compratori. Niente misure di biosicurezza

0
508

Al di là dei maltrattamenti agli animali, e della fronde, ciò che preoccupa rispetto a quello che è emerso dalla operazione dei Nas effettuata in numerose aziende che producono uova è il pericolo in cui viene messa la salute dei compratori. Oltre 32 mila uova, 4.600 galline ovaiole e 30 tonnellate di mangimi non regolamentari sequestrati per un totale di nove aziende chiuse in tutta Italia; 101 violazioni amministrative e penali contestate; 7 operatori del settore denunciati per maltrattamento di animali e frode in commercio. È il bilancio dei controlli effettuati dai carabinieri del Nas sulla filiera a settembre che, su 373 obiettivi, hanno accertato irregolarità in 66 casi, pari al 18% del totale.

 

I militari hanno trovato «situazioni di sovraffollamento nella stabulazione degli animali, mangimi in cattivo stato di conservazione, uova vendute per qualità diverse da quelle possedute, prive di tracciabilità o con stampigliature fuorvianti, detenute in condizioni e ambienti non idonei, in alcuni casi in strutture abusive».

 

Durante i controlli è stato constatato l’uso di depositi e strutture di imballaggio delle uova risultati non censiti, ambienti mancanti dei minimi requisiti sanitari, strutturali e di sicurezza per i lavoratori, che hanno comportato l’applicazione di provvedimenti di chiusura o sospensione dell’attività nei confronti di 9 aziende di allevamento, lavorazione e logistica, il cui valore economico ammonta ad oltre 2 milioni di euro.

«Nel corso delle ispezioni – si legge nella nota dei Carabinieri – sono stati anche eseguiti 133 campioni di uova, prodotti derivati e matrici ambientali, al fine di accertare l’eventuale impiego di sostanze non consentite, non solo in riferimento a disinfestanti ed insetticidi, ma anche all’uso indiscriminato di antibiotici e medicinali, nonché alla corretta somministrazione di alimenti zootecnici e dell’acqua. Gli esiti delle analisi di laboratorio finora pervenuti, pari al 30% dei reperti eseguiti nell’ambito del monitoraggio, non hanno evidenziato irregolarità».

«Gli interventi hanno consentito di individuare situazioni di significativa gravità e di impedire la prosecuzione di condotte lesive della lealtà commerciale e di potenziale pericolo per la salute, come la mancata adozione delle misure di biosicurezza, previste dai piani di controllo e sorveglianza per la prevenzione dell’influenza aviaria».