Festa della Nzegna: una celebrazione dimenticata che rivive nelle foto dell’Archivio Carbone.

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Festa della Nzegna: una celebrazione dimenticata che rivive nelle foto dell’Archivio Carbone. Tra le tante tradizioni popolari cadute in disuso, si annovera La Festa della Nzegna. Sebbene fosse molto amata, sia dal popolo che dai Borbone, la sua ultima edizione risale al 1953. Fortunatamente, l’Archivio Fotografico Carbone ne conserva ancora delle preziosissime testimonianze visive. Tre servizi fotografici intitolati “Festa della Nzegna” immortalano le edizioni del 1950, 1952 e 1953.

LA FESTA
Importante celebrazione marinaresca, la festa della Nzegna era dedicata alla Madonna della Catena. Protagonisti ne erano “i luciani”, ovvero i marinai del Borgo di Santa Lucia. Si narra, infatti, di un episodio miracoloso che lega la Madonna della Catena ai marinai. Nella chiesa di Santa Maria del Porto a Palermo furono incatenati e condannati ingiustamente a morte tre marinai. Fu l’intervento della Vergine, che spezzò le catene, a decretarne la salvezza. Dunque, è proprio nel cuore del marinaresco Borgo di Santa Lucia che sorge la Chiesa di Santa Maria della Catena. La chiesa era il luogo in cui, ogni ultima domenica di agosto, partivano i riti della festa della Nzegna. Era la festa popolare più importante a Napoli dopo quella di Piedigrotta. Probabilmente, il nome deriva dalle bandiere, o insegne, con cui venivano adornate le barchette dei pescatori e dei marinai del Borgo. I luciani erano, infatti, marinai abilissimi e la maggior parte di loro prestava servizio nelle flotte borboniche. La celebrazione aveva inizio al mattino, con il raduno dei luciani davanti alla Chiesa di Santa Maria della Catena. Vestiti con abiti nuovi e berretto rosso, i marinai si recavano a ringraziare la Madonna. Da lì partiva un grande corteo, capitanato da un “Pazzariello”, al quale si aggregavano anche tanti scugnizzi. Balli, canti e musica accompagnavano la parata dal Castel dell’Ovo fino a Piazza del Plebiscito. Perno del corteo erano un uomo ed una donna in carrozza. Vestiti con abiti regali, interpretavano il re Ferdinando II di Borbone e la regina Maria Carolina. I Borbone erano molto affezionati a questa tradizione. Infatti, si narra che amassero camuffarsi con dei travestimenti per prendere parte alla festa in maniera anonima. Per loro era un’occasione per trascorrere una giornata nelle vesti dell’uomo qualunque. Il corteo terminava con il ritorno sul litorale al quale seguiva un folle bagno di gruppo, inteso come rito purificatore e propiziatorio. Sfortunatamente, fu proprio durante il bagno dell’ultima edizione della festa che si verificò un tragico incidente. Di conseguenza la celebrazione fu sospesa per non essere mai più ripristinata.