venerdì, Aprile 19, 2024
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La Chiesa di Napoli in aiuto delle famiglie dei bimbi ricoverati

E' uno dei passaggi della lettera dell'Arcivescovo, monsignor Domenico Battaglia, per la Domenica delle Palme

Una lettera carica di significati umani e religiosi è stata inviata dall’Arcivescovo di Napoli, monsignor Domenico Battaglia, in occasione della Domenica delle Palme. Due iniziative dell’Arcivescovo Battaglia, altri due gesti concreti di prossimità e carità della Chiesa di Napoli.
“Avverto, innanzitutto, il desiderio ed il dovere di ringraziare i sacerdoti, i religiosi, le persone consacrate, gli operatori e le operatrici pastorali e i volontari/e della Chiesa di Napoli che, in questo anni, non sono passati oltre, ma si sono fermati accanto ai tanti poveri ed emarginati, donando loro cura e sostegno. Penso, in particolare, al servizio quotidiano delle 21 mense presenti in Diocesi, che hanno assicurato un piatto caldo, una parola di conforto e un sorriso ospitale ai più indigenti. E non posso dimenticare tutta l’opera di ascolto e accoglienza nutrita dalla preghiera che la rete delle Parrocchie, di giorno in giorno, ha offerto e continua a offrire. Esprimo la mia gratitudine a tutti coloro che hanno reso e continuano a rendere bella e attenta alle fatiche di tutti i fratelli e le sorelle la nostra Chiesa di Napoli, con i loro piccoli-grandi gesti di carità e vicinanza. Al cospetto di Dio ciò che è fatto con e per amore, benché piccolo agli occhi degli uomini, acquista valore e preziosità senza misura. In questo particolare periodo, a causa della pandemia, ai vecchi problemi se ne sono aggiunti altri, soprattutto di ordine economico, che attanagliano e fanno soffrire un’ampia fetta della nostra gente. Come Chiesa, ci sentiamo chiamati a farci vicini affinché nessuno resti solo e a mettere in atto soluzioni che tendano alla promozione della cura e del bene comune. Possiamo farci prossimi, metterci accanto, accogliere e custodire la vita fragile e povera di tanti nostri fratelli e sorelle. Come comunità cristiana non possiamo non raccogliere il grido di dolore di tanti che soffrono e, nell’ascolto attento, siamo chiamati a dar loro voce chiedendo a tutte le istituzioni un passo in più. In particolare, penso alle difficoltà di tante piccole imprese, talvolta a conduzione familiare, obbligate a fermarsi a causa della pandemia. Spesso non riescono neppure a coprire le spese fisse che pur devono sostenere. Per venir loro incontro abbiamo avviato contatti con i maggiori istituti bancari perché suggeriscano soluzioni tecniche, facilmente praticabili in tempi ristretti, per giungere a una maggiore facilità nell’erogare credito a micro imprese, finalizzato al sostegno economico dei dipendenti e dei collaboratori, e spese fisse in questo periodo di transizione. Attendiamo con fiducia dalle banche proposte concrete stipulando con loro appositi protocolli di intesa per sostenere l’accesso al credito del maggior numero di micro imprese. Desideriamo fare tutto il possibile per aiutare tali imprese a sanare e superare quei piccoli ostacoli che talvolta impediscono l’accesso al credito.
Inoltre, dopo aver ascoltato tante storie di vite ferite, sono particolarmente colpito dal dolore innocente di quelle famiglie che hanno bambini ricoverati negli ospedali napoletani. Spesso, l’eccellenza delle cure ivi fornite attirano pazienti da fuori città o regione. In questi casi, al dolore e alla giusta preoccupazione delle famiglie, si aggiungono i costi di trasporto, vitto e alloggio dei familiari. A tal proposito, è scelta della nostra Chiesa donare, come piccolo segno di vicinanza e sostegno alle famiglie non residenti dei bambini lungodegenti, un piccolo contributo alle spese. Le richieste di adesione a tale proposta potranno pervenire al seguente indirizzo email: infosostegno@chiesadinapoli.it
Madre Teresa di Calcutta diceva “Quello che facciamo è soltanto una goccia nell’oceano. Ma se non ci fosse quella goccia all’oceano mancherebbe.” Ogni gesto di cura e di attenzione può diventare quella piccola goccia che, unita a tutte le altre, darà vita nuova ai nostri oceani”.

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