Malattie polmonari e Covid, confronto tra esperti a Napoli presieduto da D’Amato

L'ex primario del Cardarelli, ha riunito all'Hotel Ramada i massimi esperti per la 24esima edizione del congresso sul Paziente Respiratorio

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Due giorni a Napoli per analizzare gli sviluppi delle malattie respiratorie e delle cure, attraverso il confronto tra i massimi esperti italiani. All’hotel Ramada si è discusso intorno al tema “Il Paziente Respiratorio: dalla Clinica alle Strategie terapeutiche”. Il presidente del congresso, il professor Gennaro D’Amato, già primario del reparto di Pneumologia dell’Ospedale Cardarelli, e ideatore della pagina Facebook “Respiro Italia”, ha aperto i lavori con una relazione articolata e che ha fotografato la questione inquadrandola anche nell’attuale situazione pandemica da Covid-19.
“Le malattie polmonari, soprattutto quelle ostruttive come asma e BPCO stanno avendo negli ultimi anni un impatto molto rilevante sulla salute della popolazione generale ma si stanno perfezionando le nostre conoscenze diagnostiche e terapeutiche sia dal punto di vista farmacologico che con i nuovi prodotti di sintesi biologica – è stato spiegato nel corso del convegno -. Nel frattempo la Pandemia da Covid-19 ha amplificato gli impegni dei medici delle strutture ospedaliere ed universitarie e di medicina generale (MMG) nell’assistere molte migliaia di pazienti e sta dimostrando una volta di più che le malattie polmonari, in questo caso causate dal virus SARS-Cov-2, hanno un impatto rilevante e spesso devastante, sulla salute della popolazione generale. I dati dell’Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che centinaia di milioni di persone nel mondo soffrono di malattie respiratorie croniche e tra queste le più diffuse sono l’asma bronchiale, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, gli enfisemi, le fibrosi polmonari, le malattie respiratorie del sonno ed altre patologie più rare. A queste si aggiungono patologie polmonari ancora non ben definite, ma che stiamo imparando a conoscere, come conseguenza del COVID 19 come ad esempio il Long COVID. Si sa anche che le cinque malattie polmonari croniche più diffuse causano il 17% di tutte le morti. È essenziale che gli specialisti pneumologi, allergologi, internisti e pediatri con gli specializzandi il cui numero sarà più che triplicato nei prossimi anni come conseguenza delle recenti modifiche ai numeri di iscritti alle Scuole di Specializzazione in Italia, siano preparati ad affrontare le sfide poste da questi dati epidemiologici, mantenendo ovviamente sempre al centro della propria azione la clinica applicata al paziente. È inoltre utile che l’intera comunità medico-scientifica italiana, insieme ai vari professionisti sanitari coinvolti nella gestione del paziente respiratorio, collaborino sinergicamente nella definizione di standard chiari e di linee guida condivise per assicurare cure sicure ed efficaci”.