26 cadaveri, tutte donne, recuperati nel Mediterraneo centrale, dove un paio di giorni fa è affondato l’ennesimo barcone della speranza diretto in Italia con a bordo 400 migranti.
I 26 corpi sono stati recuperati nelle acque dell’Egeo dall’equipaggio di una nave spagnola che ieri mattina è arrivata al porto di Salerno.
La prima ipotesi sulla causa del decesso è l’annegamento, anche se le autorità avvertono che è ancora troppo presto per esserne certi. “Le donne decedute, di nazionalità presumibilmente nigeriana, sembra fossero a bordo di un gommone dove vi erano anche uomini. Il barcone è affondato e le donne purtroppo hanno avuto la peggio, in quanto soggetti più deboli”. Così il prefetto di Salerno, Salvatore Malfi che tenderebbe a escludere collegamenti con la tratta finalizzata allo sfruttamento della prostituzione: “Le tratte seguono altre dinamiche e altri canali. Caricare le donne su un barcone sarebbe un investimento rischioso che i signori delle tratte non farebbero, potendo perdere la ‘merce’, come la chiamano loro, in un solo colpo”.
La macchina organizzativa a Salerno si è messa in moto dalle prime ore della mattinata di ieri per applicare il protocollo per l’accoglienza.
Grazie alla disponibilità del Comune di Salerno, del cimitero e dei cimiteri limitrofi sono stati identificati i siti in cui accogliere le salme. Quanto ai 375 migranti, tra i quali ci sono anche bambini, presenti a bordo “non sono pervenute, al momento, notizie di particolari situazioni critiche a livello sanitario”.
Settantadue resteranno in Campania, gli altri verranno trasferiti in altre Regioni.
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