lunedì, Maggio 6, 2024
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Natale a Ravello, nel Duomo di Scala “Fermarono i cieli”

Presentata l’enciclica dei bambini con la prefazione di Papa Francesco

Natale a Ravello, nel Duomo di Scala “Fermarono i cieli”

La magia delle zampogne e delle ciaramelle unita ai canti natalizi ha caratterizzato il quarto appuntamento proposto in occasione delle festività natalizie dalla Fondazione Ravello, presieduta da Dino Falconio e diretta da Maurizio Pietrantonio. E proprio il presidente Falconio e Padre Enzo Fortunato hanno aperto l’evento con la presentazione dell’enciclica dei bambini con la prefazione di Papa Francesco.

A seguire sempre nel Duomo di Scala “Fermarono i cieli”. Lo spettacolo che ha visto tra i protagonisti il Coro Polifonia Aurunca, Peppe Servillo e Ambrogio Sparagna che hanno reso omaggio a Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, che proprio a Scala, nel 1732, fondò l’Ordine dei Redentoristi e che fu autore delle note Canzoncine spirituali composte sia in dialetto che in italiano intonando alcuni dei canti religiosi.

IL PROGETTO DEDICATO AI CANTI DEL NATALE

Come ha spiegato il curatore del progetto Ambrogio Sparagna, oggi tra i massimi esponenti della etnomusicologia italiana e non solo:

Il progetto dedicato ai canti della tradizione del Natale che ha nel grande repertorio di Sant’Alfonso Maria de’ Liguori un’ importante ispirazione. Poi ci fa piacere soprattutto cantare e suonare qui perché… sembra che qui sia stato il luogo dove lui abbia scritto “Scendi dalle stelle”, è chiaro che è un luogo che ha un fascino speciale per chi come noi si occupa di canti popolari legati al Natale“.

L’interpretazione dei canti invece è stata affidata a Peppe Servirlo, che ai nostri microfoni ha parlato del ruolo del progetto.
È il modo migliore per incontrare una spiritualità innocente, semplice, che è quella che propone Santa Alfonso. Che è anche la chiave per vivere il Natale diversamente, in luoghi che sono i suoi luoghi, dove con queste canzoncine che vengono appunto chiamate canzoncine evangelizzava i lazzari, i poveri.
Questi sono i luoghi dove i mistici venivano per incontrare più facilmente Dio nella solitudine. E oggi rivivere questi luoghi anche con questa esperienza, accentua ancora di più questo significato… anche per me, personalmente, e quindi la vivo come una grande ricchezza”.
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