Patriarca (FI): “La pace fiscale sostiene famiglie e imprese in difficoltà”

Michelino (commercialisti): “Commercialisti determinanti per orientare contribuenti su misure decreto”. Il confronto tra politica e tecnici alla Camera dei Deputati

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Da sinsitra Baldi, Patriarca, Michelino e Moscati

ROMA – “La realizzazione della pace fiscale nulla ha a che vedere con un condono o con lo strizzare l’occhio agli evasori ma è, al contrario, una misura indispensabile per ottenere tre risultati importanti: fare chiarezza all’interno del magazzino dell’Agenzia delle Entrate tra crediti esigibili, inesigibili e quelli addirittura tossici, vale a dire che per riscuoterli lo Stato spende più di quanto incasserebbe; aiutare famiglie e imprese ad onorare i debiti con il fisco rendendoli sostenibili; facilitare il recupero di preziosa liquidità per le casse dello Stato facendo emergere con chiarezza la differenza tra chi non può pagare le cartelle perché in difficoltà, che va aiutato, e gli evasori totali che vanno perseguiti e condannati”.

Lo ha dichiarato Annarita Patriarca (Fi), segretario di presidenza della Camera dei Deputati, nel corso della conferenza stampa sul tema “La Pace fiscale e la nuova riforma della Giustizia Tributaria” promossa dall’Associazione nazionale dei Dottori Commercialisti, con l’ausilio di Ciro Di Pietro (chief restructuring officer), che ha avuto luogo presso la sala stampa di Montecitorio.

“L’impatto della pace fiscale alleggerisce enormemente le commissioni tributarie insieme alle altre misure previste nella riforma con la professionalizzazione dei magistrati tributari e con il loro rafforzamento numerico pari a tre volte il numero di giudici attualmente in servizio che contribuirà a ridurre i tempi della giustizia. Compito della politica – ha proseguito Patriarca – è quello di accompagnare questo percorso garantendo personale, risorse e mezzi ai nuovi giudici tributari per evitare che questo storico passaggio sia alla fine vanificato dalle carenze strutturali”.

A rimarcare il ruolo strategico dei professionisti in questo processo riformatore è stato Mario Michelino (presidente nazionale dell’Andoc): “I commercialisti hanno un ruolo chiave nel guidare le imprese a individuare le migliori soluzioni possibili offerte dal decreto sulla Pace fiscale. Sono previste, infatti, circa 12 misure per piccole e medie aziende che necessitano del nostro supporto per individuare quali di queste mettere in campo. Ciò varrà per il ricalcolo delle sanzioni, per la richiesta del prospetto informativo con la definizione di quali saranno i ruoli e i carichi da poter rottamare e la definizione delle liti tributarie con la valutazione sulla soccombenza, percentuali della remissione di spesa. Un ultimo appello riguarda le poste da inserire in bilancio che dovranno essere correttamente rilevate in contabilità dandone notizia nella nota integrativa dei vari stralci che arriveranno grazie alla definizione agevolata”.

Sulla relazione tra pace fiscale e riforma del Contenzioso tributario si è soffermato Fulvio Baldi (sostituto procuratore generale presso la Suprema Corte di Cassazione): “Ci sono diverse connessioni.

Alcune delle quali sono già in essere a livello europeo, come la riforma testimoniale. In Italia siamo andati anche oltre introducendo il processo da remoto, la conciliazione sul rinvio del giudice oppure inserendo una serie di novità come il giudice monocratico.

Negli anni ottanta avevamo 3 milioni di pendenze e procedimenti tributari, adesso siamo a circa 223.000. La situazione può essere ulteriormente migliorata con la pace fiscale. Restano delle criticità per alcune interpretazioni restrittive del Mef che dovrebbero essere riviste in maniera incentivante per non frustare la riforma”.

Sulle novità della riforma si è espresso Enrico Moscati (professore straordinario di Diritto Privato all’Università Nicolò Cusano): “Il fatto che il giudice tributario sia un giudice togato sostanzialmente lo rende anche indipendente dal potere esecutivo, dunque io sono pienamente d’accordo.

Anche per l’importanza della materia del diritto tributario che oramai da tempo non è più appendice della scienza delle finanze ed esige il governo da parte di una magistratura di carriera”.

All’incontro hanno partecipato, tra gli altri, il commercialista Roberto Ronzoni Marescalchi, gli avvocati Amedeo Di Pietro, Danilo D’Andrea, Alberto Mario Moio e Francesco de Luca.