Pisani (Noi Consumatori): “A Napoli migliaia di richieste stralcio debiti”

In Piemonte un giudice cancella un debito da 500mila euro a un artigiano che non aveva le risorse per estinguerlo

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“Anche a Napoli e in tutto il Sud sono oramai migliaia le richieste di stralcio debiti e le procedure di salvaindebitamento presentate in tribunale. Da tutta Italia arrivano notizie confortanti che restituiscono respiro a tanta gente in difficoltà, anche per la nuova crisi economica targata covid 19. In Piemonte, un artigiano in difficoltà è stato salvato da un Giudice che ha accertato la sua buona fede ed impossibilità di pagare debiti bancari, cancellandoli e restituendogli la dignità di vivere”. A darne notizia è l’avvocato Angelo Pisani, presidente di Noiconsumatori.it.
“Si è capovolto il mondo – aggiunge Pisani – ma esiste ancora una via di fuga per salvarsi dalla più seria crisi economica e sociale dei nostri tempi. Una legge ad hoc ed alcuni giudici coscienziosi che salvano vittime innocenti da gesti estremi, come le persone in difficoltà. Oggi riescono a risolvere le controversie più i debitori che i creditori, azzerando debiti con banche e finanziarie, che in alcuni casi meritano di perdere per aver esagerato e speculato su vere e proprie emergenze, anche con tassi e spese esagerate”.
“Chi non può pagare certo non può fare miracoli, né morire di fame”: ecco perché il giudice di Prato ha disposto di cancellare il debito di un artigiano da mezzo milione, questa la conclusione di una procedura durata qualche anno per poter dimostrare l’impossibilità di poter pagare la banca. L’artigiano aveva contratto debiti e firmato una fideiussione ma non riusciva più a onorarla. Il giudice del tribunale di Prato ha azzerato il passivo approvando le norme della oramai famosa legge 3, detta ‘salvasuicidi’ del 2012. La legge prevede, come nel caso di questo artigiano salvato da gesti estremi, di consentire a un giudice, tramite un articolata procedura legale, di azzerare il debito contratto da un artigiano che non riesce a onorarlo a causa della crisi economica. L’ultima storia, con una conclusione a buon fine per le vittime innocenti del sistema finanziario o fiscale che sia, arriva dalla sezione fallimentare del tribunale ordinario e il debito contratto ammontava a 430mila euro.
“Rilevato che l’indebitamento non è riconducibile a negligenza del debitore – ha scritto il giudice nella sentenza che ha salvato l’uomo che lavorava per una piccola azienda di termoidraulica specializzata in impiantistica civile – ma piuttosto alla sua volontà di sostenere la vecchia società, impiegandosi in prima persona al fine di garantire l’accesso della stessa al credito bancario, rilevato che non è stata riscontrata l’esistenza di atti in frode… dichiara inesigibili i crediti non soddisfatti”.
L’artigiano prima era dipendente, poi è diventato socio di minoranza. Quando nel 2012 le cose hanno cominciato ad andare male, per scongiurare il fallimento gli era stato chiesto di firmare la fideiussione da 500mila euro per provare ad andare avanti. Lui aveva firmato come garante. “Anche in casi come questi – precisa Pisani – è palese che c’erano tutti gli estremi per passare il vaglio della meritevolezza e ottenere la sdebitazione del debitore strozzato nel sistema finanziario. Il debitore in questione non si era mai esposto prima, aveva sempre pagato le tasse e mai aveva giocato d’azzardo. Aveva messo la firma su debiti che non erano suoi, e probabilmente lo aveva fatto senza nemmeno conoscere, in modo compiuto, tutte le conseguenze di quella firma”.
Da qui il ricorso alla legge 3 del 2012, ovvero la legge salva suicidi. Oramai il debitore era sull’orlo di una crisi si era visto pignorare metà casa e parte dello stipendio oltre che il motorino. Il liquidatore però ha inviato un resoconto al giudice dal quale emergeva che l’artigiano era pienamente collaborativo.
Il procedimento giudiziario è durato alcuni anni fino alla sentenza datata 3 ottobre 2020. Ma questo tempo lungo doveva contemplare i quattro anni necessari, previsti dalla legge, per verificare che nel frattempo non fossero emersi fatti nuovi e rilevanti, come eredità o vincite, qualsiasi cosa che potesse permettere all’artigiano di onorare il suo debito.
“Non sono successi miracoli. Quindi – conclude Pisani – verificata la buona fede del debitore e fatto pagare da lui solo quanto era nelle sue reali possibilità, è stato “sdebitato” di tutto il resto: cancellando 430 mila euro di debiti non pagabili. Quei soldi non dovrà pagarli mai più. Per legge Libero”.