Spalletti fa il duro ma già si è allineato: “Il Napoli è completo così”

Alla vigilia dell'esordio al "Maradona" contro il Venezia, il tecnico toscano respinge le legittime perplessità sulla rosa azzurra e si trincera dietro parole che tradiscono il pensiero reale

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Aveva esordito con il piglio da duro, con una domanda spiazzante, nel corso della prima conferenza stampa a Castel Volturno: “Chi è il più cattivo tra voi?”. La riposta fu una risata, che non ha seppellito Spalletti ma sicuramente gli ha fatto subito capire il clima.
Ha faticato per tutta l’estate a costruire un fortino contro la rabbia e la delusione di un intero ambiente per l’epilogo dello scorso campionato. Ha iniziato ad offendere chi, legittimamente, chiedeva conto di un disastro. “Lamentarsi è da sfigati” è il suo motto, personalmente lo aspetto al varco. Capiterà, eccome se capiterà , nel corso della stagione. E’ nel novero delle cose. Se poi sei più impegnato a far passare per completa una rosa che non lo è, provando a fare il contropiedista della parola, allora l’inizio non è dei migliori. Nel Napoli delle vacche magre, con i conti in ordine al punto da non poter spendere 1 milione di euro per il prestito di Emerson Palmieri, la faccia e gli occhi spiritati di Mario Rui sono la non confortante maschera di un futuro che sa di stantio. Ai nastri di partenza gli azzurri si presentano con un problema sull’out sinistro e almeno uno a centrocampo, oltre alla bomba Insigne pronta ad esplodere. Sicuramente problemi non significativi per chi aspira al quarto posto, ma che essendo di antica origine potevano essere risolti. Poi, se si ascolta bene la conferenza stampa della vigilia allegata a questo articolo, a Spalletti qualche verità (poche) è scappata: “Se nel futuro capiterà qualcosa per completare, allora completeremo”. Ma come, non eravate apposto così? Non eri quello a cui non mancava niente? Se si deve completare significa che qualcosa manca, stando strettamente al lessicale.
Il campionato di serie A ritrova allenatori che piacciano a chi fa giornalismo/spettacolo, a chi trasforma l’informazione in siparietti gustosi a uso e consumo della tv, poi ripresi da giornali e sparati nell’iperuranio da siti acchiappaclick. Allenatori/personaggi, fosse ancora vivo Boskov sarebbe il re del web! Eppure io Boskov, per dirne uno, l’ho seguito con attenzione durante la sua parentesi napoletana, potendo osservare gli allenamenti da vicino quotidianamente, potendo parlare con lui di tutto, della sua visione del calcio e della vita. Facendo il mio mestiere, dunque, che oggi non è più possibile fare essendo sterilizzato dalle “esclusive” e dai siparietti idioti tra i soliti noti.
Quindi Napoli-Venezia, prima di campionato, sarà solo lo sfondo di qualcosa di molto distante dal calcio, dalla passione autentica, da quella voglia di lasciarsi trascinare dal tifo e dall’amore per una maglia. Quella per i calciatori, intesa come uomini/atleti, mi pare sia ai minimi termini. L’Italia ha avuto solo la fortuna di vincere gli Europei, grazie alla buona stella di Mancini e a una casualità che nulla ha a che fare con il movimento calcio italiano. Ravvivando un ambiente che fatica a ricordare lo scorso campionato. Lo ha ricordato ieri Sarri, uno al quale non si può non riconoscere il gusto per la schiettezza: “In tutto il campionato giocano 40 italiani, con questi numeri non si può parlare di movimento vincente”.
Tornano i tifosi allo stadio, nelle curve col distanziamento, ma si riaccende quell’atmosfera fondamentale per uno sport che oramai è spettacolo, a volte nemmeno dei migliori.