C’è tempo fino al 10 maggio per organizzare la fase 2 nelle isole del golfo di Napoli, ma il lockdown differenziato valido in Campania solo per Capri, Ischia e Procida sta creando malumori soprattutto nell’isola verde che lo scorso anno ha superato quota tre milioni e mezzo di turisti provenienti da 70 Paesi di tutto il mondo.
Non basta il piano sanitario presentato al governo nei giorni scorsi da Federalberghi insieme ad Assohotel e Confindustria per gestire i turisti nelle strutture.
Troppo alto il rischio di “ospedalizzazione” degli alberghi e dei parchi termali, anche se sono in molti ad Ischia a voler dare un segnale forte di riapertura, nonostante le prenotazioni dall’Italia e dall’estero sono tutte attualmente ferme e già si parla di intera stagione andata in fumo.
Va evitato l’isolamento, sottolineano sull’isola, e anche il lockdown differenziato potrà essere ritirato a seguito di variazioni della curva epidemiologica locale.
Per questi motivi gli operatori turistici ischitani chiedono lo stato di crisi per tutto il comparto ma non ci stanno a gettare la spugna e rilanciano, come sottolinea Benedetto Valentino, direttore del distretto turistico dell’isola d’Ischia.
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