lunedì, Novembre 3, 2025
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Torre del Greco, in migliaia hanno partecipato alla “Notte Sacra 2025”

Migliaia di fedeli, cittadini e visitatori si sono messi in cammino, lungo un itinerario ricco di momenti culturali, celebrazioni, arte e spettacolo. Grandi numeri e grande partecipazione per la quinta edizione della “Notte Sacra 2025”, l’evento che ogni anno trasforma il cuore di Torre del Greco in un grande percorso di spiritualità, arte e musica. L’iniziativa è ispirata alla figura luminosa di San Vincenzo Romano, il primo Parroco Santo d’Italia.

La manifestazione è organizzata dal Comitato Notte Sacra, grazie al contributo della Regione Campania e del Comune di Torre del Greco, in collaborazione con la Basilica di Santa Croce, in sinergia con le scuole del territorio e le associazioni locali.

FINALE IN MUSICA

Gran finale in Piazza Santa Croce nel segno della musica. A chiudere la kermesse, la seconda edizione de “La Notte delle Radici – Festival di ritmi e suoni del sud”, con musica e spettacoli per lanciare un messaggio di pace e speranza dalla città corallina al mondo intero. Ad infiammare il pubblico di Torre del Greco “Passione Live”: condotti in una carovana musicale da Imma Pirone. Note e bellezza con Enzo Gragnaniello & Piero Gallo, il duo Ebbanesis e Raiz. Insieme a loro anche Irene Scarpato (Suonno d’Ajere), Simona Boo (99Posse), Maldestro, Dario Sansone (Foja), Francesco Di Bella (24Grana).

Nell’anno del Giubileo, con Notte Sacra si rinnova il legame profondo tra la comunità torrese e San Vincenzo Romano – dichiara il Parroco della Basilica di Santa Croce Don Giosuè Lombardo – attraverso un cammino di cultura e spiritualità in un’atmosfera di grande suggestione. Le chiese del centro storico, aperte eccezionalmente fino a tarda notte, hanno accolto concerti di musica sacra, mostre d’arte, performance teatrali e testimonianze di fede, offrendo a tutti i partecipanti un’esperienza di bellezza condivisa”.

Ad aprire la serata il reading musicale “San Vincenzo Romano, ‘o core scavezo” con Enzo Perna, Gina Perna, Anna Ferrigno, Carmine De Luca e Red Coral Gospel. Ampio spazio alla tradizione nel segno della contemporaneità con “Promenade a sud – voci e suoni del Mediterraneo” con Matteo Mauriello, la voce di Rita Di Somma, la chitarra di Sossio Arciprete, i flauti di Vincenzo Laudiero e la partecipazione straordinaria di Giovanni Mauriello.

Dopo aver portato in Vaticano il musical su San Vincenzo Romano, questa quinta edizione si arricchisce di preziosi elementi che ho fortemente desiderato e realizzato: un reading musicale e un libro illustrato su San Vincenzo donato a tutti i bimbi delle scuole della nostra città. L’enorme partecipazione conferma Notte Sacra come evento simbolo per Torre del Greco, capace di valorizzare il patrimonio religioso, artistico e culturale del territorio, e di proiettare nel futuro – conclude il direttore artistico Vincenzo Nocerino – il messaggio sempre attuale del suo Santo Parroco”.

La serata si è arricchita grazie alla presenza di circa 20 giovani approdati a Napoli e accolti dalla Diocesi partenopea per la tappa del progetto internazionale “Med 25 – Le Bel Espoir”. L’iniziativa, promossa in continuità con gli “Incontri del Mediterraneo”, si svolge a bordo della nave scuola a tre alberi “Le Bel Espoir”, trasformata in una vera e propria “scuola della pace” itinerante. Sul palco di Santa Croce anche due giovani palestinesi per un messaggio di speranza che risuona oltre la guerra.

(Interviste nel video allegato)

Signorini e i segreti della preparazione di Maradona

Ha curato per anni la preparazione atletica di Maradona seguendolo in tre coppe del mondo, ne è stato il confidente e a volte il confessore. Oggi, Fernando Signorini, nato a Foggia ma argentino di adozione, gira per il mondo a portare la sua esperienza. Lo ha fatto anche a Napoli, nel corso dell’ evento “Gestione degli infortuni e delle patologie dello sport”, che si è tenuto alla Mostra d’Oltremare. Iniziativa organizzata dall’Accademia Nazionale della Sanità, in collaborazione con l’Ordine Interprovinciale dei Fisioterapisti di Napoli, Avellino, Benevento e Caserta, Athena Srl e Totolabs Srl.

Numerosi i confronti, i panel scientifici e didattici, pensati per esplorare un approccio multidisciplinare e integrato nella prevenzione e riabilitazione delle patologie sportive. Il programma ha spaziato dalla valutazione e trattamento delle lesioni muscolari, della spalla e del ginocchio, all’applicazione di approcci biomeccanici e nutrizionali per ottimizzare la performance e la prevenzione degli infortuni. Inoltre, è stato affrontato il ruolo dell’esercizio fisico in presenza di patologie neurologiche, come la Sclerosi Multipla e la malattia di Parkinson, e l’importanza del team multidisciplinare nella cura dell’atleta. Tra i partecipanti anche l’ex allenatore del Napoli, Gigi De Canio e il Luigi Amore, fisioterapista e commentatore sportivo.

(Interviste nel video allegato)

Violentata a Porta Capuana, turisti bloccano e fanno arrestare il colpevole

Lo hanno bloccato prima che riuscisse a fuggire. Aveva appena aggredito e violentato una donna nella zona di Porta Capuana, nel centro storico di Napoli. E’ successo all’alba di domenica, intorno alle 5 del mattino. Una dinamica ancora al vaglio della Polizia, ma che ha avuto un epilogo inedito: alcuni turisti e cittadini della zona, attirati dalle urla della vittima, non si sono voltati dall’altra parte. Sono intervenuti, hanno bloccato l’aggressore e lo hanno consegnato agli agenti. I fatti, alla luce della prima ricostruzione, sono questi.

Una donna di circa 30 anni stava tornando a casa di ritorno da una serata con gli amici nel week end. A un certo punto è stata avvicinata di spalle da uno straniero, un cittadino 29enne del Marocco, in Italia senza regolare permesso di soggiorno, che l’ha bloccata, l’ha trascinata a terra e ha abusato di lei. Le urla di aiuto della vittima sono state udite da una passante che è corsa dalla guardia giurata a presidio della vecchia sede del Tribunale di Napoli che ha chiesto l’intervento della Polizia. Nel frattempo un gruppo di uomini richiamati dalle grida è intervenuto e ha bloccato a terra il 29enne, apparso sotto l’effetto di alcol, in attesa dell’arrivo degli agenti dell’ufficio Prevenzione generale e Soccorso pubblico e di quelli della Squadra Mobile della Questura di Napoli. Per lo straniero è scattato l’arresto con l’accusa di violenza sessuale. Risultano a suo carico dei precedenti.

LA VITTIMA: “SONO ANGELI”

La vittima è stata nel frattempo trasportata all’ospedale Cardarelli di Napoli. Riscontrate lesioni ed ecchimosi segno della violenza, per lei una prognosi di 21 giorni. I familiari hanno ringraziato le persone intervenute, grate per aver assicurato alla giustizia l’aggressore.

IL PREFETTO RIUNISCE COMITATO

I residenti della zona denunciano da tempo lo stato di degrado dell’area in cui sono stati più volte promessi interventi di riqualificazione. Il prefetto di Napoli, Michele di Bari, ha espresso solidarietà alla donna vittima della violenza. Ed ha riunito l’ennesimo comitato, annunciando l’ennesimo aumenti dei livelli di sicurezza. Un rituale che si ripete puntualmente, e che mette in luce il contrasto stridente tra l’impegno delle forze dell’ordine e la deriva di una società imbarbarita dalla carenza di valori e dall’aumento degli episodi di violenza, anche tra giovanisimi

Il compleanno di Stoà festeggiato dagli Alumni attivi nel mondo

Da Amazon a Safilo, passando per Edison fino al CNR: manager e professionisti formatisi alla Stoà Business School e oggi attivi in imprese internazionali sono tornati a Villa Campolieto per i 35 anni della Scuola, protagonisti di “Back to the Future – Design Jam 2025”, il laboratorio che ha riunito tre generazioni di Alumni per progettare la formazione manageriale del futuro.

L’appuntamento, fondato sul metodo del design thinking, ha avuto un obiettivo preciso: trasformare l’esperienza di chi è partito dalla Campania e ha costruito carriere globali in un modello di sviluppo che valorizzi il capitale umano del Mezzogiorno. Non un evento celebrativo, ma un momento di lavoro concreto per definire nuove forme di collaborazione tra formazione, impresa e territorio.

Al centro della giornata, tre risultati: la redazione del Manifesto della Nuova Formazione Manageriale, la creazione della nuova Associazione Alumni Stoà come rete di mentoring e impatto professionale, e la presentazione di 40 borse di studio integrali destinate ai giovani che parteciperanno ai prossimi Master in General Management e Human Resource Management.

“Il Mezzogiorno deve tornare a essere un luogo dove si forma e si trattiene il talento», ha dichiarato Paolo Scudieri, Presidente di Stoà e del Gruppo Adler-Pelzer. «Stoà è nata con questa missione: connettere l’impresa e la formazione per dare al Sud una base stabile di competenze competitive”.

Per Enrico Cardillo, Direttore Generale di Stoà, “l’obiettivo oggi è arginare l’esodo dei giovani laureati e costruire percorsi di crescita qui, dove l’industria e la ricerca hanno radici solide. I 35 anni della Scuola dimostrano che è possibile farlo creando ponti tra le generazioni e restituendo conoscenza al territorio”.

Le testimonianze degli Alumni hanno dato concretezza al messaggio.

Melania Miano, oggi People & Talent Management Senior Partner di Gucci, ha raccontato il suo percorso da HR plant manager nell’automotive alla leadership nel fashion di lusso.

Marco Sprocati, ingegnere e oggi Infrastructure Manager al CNR, ha scelto Stoà per costruire una carriera tra innovazione e ricerca.

Angelo Trocchia, CEO di Safilo Group, e Maximo Ibarra, ai vertici di Engineering, hanno ricordato come la scuola di Ercolano abbia formato una generazione di manager capaci di competere a livello globale senza perdere il legame con il territorio.

Con oltre 2.700 diplomati Master e più di 50.000 professionisti formati, Stoà si conferma uno dei principali hub italiani per l’alta formazione manageriale.

I 35 anni della Scuola diventano così un punto di ripartenza: il segno tangibile che il talento cresciuto al Sud può continuare a generare valore nel mondo — e tornare a casa per costruire il futuro.

Campania, entra nel vivo la sfida tra Fico e Cirielli

Per la prima volta hanno condiviso il palcoscenico mediatico della campagna elettorale per le regionali, i candidati di centro destra e centro sinistra in Campania. Mente Roberto Fico è entrato già da un mese nell’agone elettorale, prima conferenza da candidato presidente del centro destra per Edmondo Cirielli. Il vice ministro degli Esteri ha incontrato a Napoli i rappresentanti della coalizione e i giornalisti. Pungolato dai cronisti, Cirielli ha affrontato un po’ tutti gli argomenti emersi in queste settimane prima dell’apertura delle urne. Dalla possibilità che nelle liste elettorali possa far capolino l’ex ministro Gennaro Sangiuliano, ipotesi confermata, alla scelta di non dimettersi dal suo ruolo di Governo in caso di sconfitta, passando per i dieci anni di amministrazione De Luca. La Sanità, a giudicare dalle parole di Cirielli, è il punto debole individuato nel governo a fine mandato e c’è da scommettere, anche dal claim della campagna che richiama il trumpiano “rendiamo l’america di nuovo grande, che sarà questo argomento quello con cui Cirielli cercherà il consenso che dovrà portarlo a palazzo Santa Lucia.

 

Mentre Cirielli dava il via alla sua campagna elettorale, allo stadio Maradona Roberto Fico accompagnato dal leader del M5S, Giuseppe Conte, partecipava a un evento con le associazioni sportive sul territorio. Poco concentrato sulle polemiche con l’avversario, il candidato del campo largo ha fissato come imminente obiettivo il confronto con la coalizione per la chiusura delle liste elettorale

Halloween 2025, sorprese da brivido al Vulcano Buono di Nola

Vulcano Buono si prepara a festeggiare Halloween con un ricco calendario di eventi, spettacoli e laboratori che animeranno il centro tutti i weekend dall’11 ottobre al 2 novembre 2025, con appuntamenti speciali venerdì 31 ottobre. La cittadella dello shopping, come sempre, trasforma la sua atmosfera, per offrire ai visitatori, suggestioni sempre nuove.

L’iniziativa “This is Halloween!” è dedicata ai più piccoli, ma anche agli adulti che amano il “brivido”: tra scenografie a tema, installazioni interattive e spettacoli coinvolgenti, ogni angolo del centro commerciale si trasformerà in un mondo da favola noir.

Al Laboratorio delle Zucche, i bambini potranno diventare veri artisti, decorando la propria zucca con pennelli e colori, immersi in un’atmosfera autunnale fatta di balle di fieno, casette in legno e mille sfumature d’arancio. L’attività si terrà il sabato, fino al 1° novembre, dalle 15.00 alle 20.00, la domenica, fino al 2 novembre, e venerdì 31 ottobre, dalle 11.00 alle 21.00, al primo piano, ingresso Capri.

Non mancheranno le postazioni truccabimbi, a cura dell’Accademia Triade, che trasformeranno i più piccoli in streghe, vampiri o mostriciattoli pronti a vivere la magia di Halloween. L’appuntamento è per venerdì 31 ottobre, in piazza Amalfi, dalle 16.00 alle 20.00.

Nella Piazza Capri, dalle ore 17 alle 20, spazio a spettacoli e animazioni con i personaggi di Hotel Transylvania, il colossale Godzilla animatronics e tante sorprese interattive: selfie 360°, giochi luminosi, balloon house e baby dance mostruose.

L’evento è a partecipazione gratuita, con attività e laboratori creativi a numero aperto, per un divertimento garantito in totale sicurezza. Un’occasione unica per vivere insieme la festa più spaventosa dell’anno, tra arte, musica e fantasia.

Ipertrofia Prostatica Benigna, i successi della tecnica Rezum

Evento formativo di alto profilo dedicato all’Ipertrofia Prostatica Benigna (IPB), organizzato all’ospedale “Monaldi” di Napoli. Al centro dei lavori la patologia che colpisce una vasta percentuale di popolazione maschile dopo i 55/60 anni. Nel corso dell’incontro, inserito nel ciclo “Informazione Perfezionamento e Benessere”, sono state trasmesse in diretta e in sequenza i video di sette interventi effettuati con le quattro più moderne procedure chirurgiche con cui si affronta questa patologia, ponendo l’accento sull’innovativa tecnica Rezum.
Il presidente del congresso Francesco Uricchio, direttore del Reparto di Urologia dell’AORN dei Colli – Monaldi, ha dichiarato: “Questa metodica rappresenta una nuova frontiera nel trattamento dell’IPB. Si tratta di un intervento mini invasivo della durata di soli 5-6 minuti, che utilizza vapore acqueo ad alta pressione sulla prostata, senza ricorrere al bisturi. I vantaggi per i pazienti sono significativi: si esegue senza anestesia generale, prevede un solo giorno di ricovero e consente un rapido ritorno alla normalità anche nella vita sessuale”.

Il Monaldi si conferma quindi un’eccellenza nel panorama sanitario nazionale anche in campo urologico, essendo l’unico ospedale pubblico in Campania ad offrire a tecnica chirurgica Rezum. Un investimento strategico voluto dalla direzione sia per contrastare la migrazione sanitaria, sia per accorciare le liste d’attesa – si eseguono fino a 8 interventi al giorno col Rezum contro un paio di interventi quotidiani fatti con le tecniche laser – e infine sia quindi per garantire ai cittadini l’accesso a cure d’avanguardia sul territorio.

La giornata di studio è stata inoltre importante sotto un duplice aspetto: la ricca sessione dimostrativa con sette interventi chirurgici trasmessi in diretta video con le quattro tecniche più innovative per contrastare l’ipertrofia prostatica benigna, eseguite in poco meno di dieci ore, ha non solo contribuito alla formazione della comunità medica; ma ha anche evidenziato concretamente l’eccellenza scientifica e tecnologica del polo urologico napoletano.

Il Vescovo Battaglia scrive a Papa Leone: “La sofferenza ha il volto dei bambini di Gaza”

L’Arcivescovo di Napoli, cardinale Domenico Battaglia, ha scritto una lettera a Papa Leone XIV. Di seguito il testo della missiva.

“Grazie, Papa Leone, grazie per averci confermato nella fede, per averci ripetuto quanto il Signore ogni giorno dice a ciascuno di noi e ad ogni creatura: «Ti ho amato» (Ap 3,9). Sì, ci ha amati. Da sempre, per sempre. E tu ce lo hai ricordato invitandoci a percorrere le strade polverose del mondo, chiedendoci di stare accanto ai poveri, agli ultimi, a chi abita le periferie del cuore. E lo hai fatto non con discorsi solenni, ma con parole che sanno di Vangelo e di terra, di carne ferita e di luce risorta. Grazie per la tua Esortazione, che nell’incipit stesso fa risuonare la nota più antica e più nuova del Vangelo: quella dell’amore – eterno, fedele, indomabile – l’amore che non conosce mode né stagioni, perché sgorga dal cuore stesso di Dio. Un amore che continua a respirare tra le macerie delle guerre e delle disuguaglianze, e tra i germogli di giustizia e di pace che ostinatamente fioriscono nella storia. Un amore che ci invita, ancora una volta, a scommettere tutto sulla forza mite della carità, l’unica capace di ricostruire ciò che l’odio distrugge, l’unica che non smette mai di credere nell’uomo, perché in essa vi è il respiro stesso di Dio. Il tuo non è un trattato, non è un proclama, ma una mano che indica la strada, una voce discreta che ci raggiunge oggi, dentro le nostre stanchezze, nelle nostre strade piene di polvere e di sogni, nel cuore di questo tempo e di questa terra dove pochi si spartiscono la ricchezza che il Signore ha donato a tutti. Ho gioito nel leggere le tue parole che non ordinano, ma abbracciano, che non pretendono ma ricordano, come se il Signore, attraverso la tua voce, tornasse a dire a ciascuno: “Ti ho amato, anche nella tua poca forza, anche nel tuo passo incerto, anche quando non sai più pronunciare il mio nome. E anche se non conti nulla per i potenti, conti per me. Perché per me non sei una statistica, un numero, una massa informe ma sei un volto, una storia, una figlia, un figlio amato da sempre e per sempre”. Tra le pieghe delle tue pagine ho sentito risuonare il cuore di una Chiesa che non teme la debolezza. Una Chiesa che sa che la potenza di Dio non si misura in grandezza, ma in vicinanza. E che per questo deve volgere lo sguardo sul luogo dove tutto comincia: la povertà, consapevole che, «il contatto con chi non ha potere e grandezza è un modo fondamentale di incontro con il Signore della storia» (n°5). Si, Dio sceglie i poveri. Non come trofeo, ma come casa. Non per compassione, ma per appartenenza. Lì, nel poco e nel fragile, Egli trova spazio per abitare, come acqua che cerca la fessura più bassa per scorrere e dare vita. E mentre il mondo corre verso l’alto, correndo con ambizione alla conquista del potere, la voce dello Spirito ci dice che il Signore scende, si abbassa, si contamina con la povertà delle sue creature. Perché la gloria di Dio non risiede in un trono lontano da raggiungere, ma in una ferita da accarezzare e curare. Grazie per la limpidezza con cui affermi che «non siamo nell’orizzonte della beneficenza, ma della Rivelazione» (n°5). È come dire: non basta fare il bene, bisogna farsi bene. Perché la carità non è un gesto, ma un volto. Non è ciò che offriamo, ma ciò che diventiamo. E qui mi è tornato in mente il dialogo tra Chiara e Francesco nel film Francesco di Liliana Cavani: “Perché lo fai?”. “Perché ne hanno bisogno.” “Sì, ma se dai poco, lo fai per te”! Sì, se diamo poco lo facciamo per noi. Se diamo qualcosa lo facciamo per sentirci meglio ma se condividiamo la vita e l’essenziale allora scriviamo pagine che profumano di grazia. Perché il dono non è vero finché non ci costa, finché non diventa condivisione di carne, e non semplice distribuzione di tempo o di risorse. Santo Padre, ci confermi nella fede e nell’amore e ci ricordi che «sul volto ferito dei poveri troviamo impressa la sofferenza degli innocenti e, perciò, la stessa sofferenza del Cristo» (n°9). E allora, guardando la storia, ci accorgiamo che quel volto non è lontano: è quello dei bambini di Gaza, che cercano un pezzo di cielo tra le macerie; delle madri dei soldati in Ucraina, che guardano le finestre con la speranza di un ritorno; dei giovani di Napoli, che resistono al fascino di un guadagno facile inventando il bene e costruendo strade nuove; dei missionari delle favelas, che ogni giorno si sporcano di umanità, piangendo con chi piange; delle famiglie che hanno perso un figlio, la cui fede sofferta diventa un filo sottile, ma indistruttibile; dei malati, che santificano il dolore con la pazienza; dei disabili, che ci insegnano che la vita non si misura in efficienza; dei detenuti, che nel buio attendono un perdono che sappia di futuro; dei migranti, che solcano il mare cercando una terra promessa che sappia di giustizia. In loro, Cristo non è un’idea ma è una ferita viva, un grido che ci consegna alla verità del Vangelo. Leggendo la tua esortazione c’è un verbo che torna con insistenza, anche quando non lo pronunci: discendere. È la parola chiave di Dio. “Discendere” per liberare, come nel roveto ardente; “discendere” per servire, come nel cenacolo; “discendere” per salvare, come sulla croce. Lo dici con semplicità: «Dio è amore misericordioso e il suo progetto d’amore è discendere e venire in mezzo a noi per liberarci» (16). E questa è la radice di ogni rivoluzione cristiana: un Dio che non conquista, ma condivide; che non possiede, ma si dona. Da questa discesa nasce la Chiesa dei poveri. Una Chiesa che non parla dall’alto, ma dal di dentro dell’umanità, servendo e accompagnando. Una Chiesa che non misura la fede in prestazioni, ma in ferite guarite. Quando scrivi che «la Chiesa, se vuole essere di Cristo, dev’essere Chiesa delle Beatitudini» (21), la consegni al suo volto più vero: quello che piange e spera, quello che ha fame di giustizia e sete di pace, quello che non teme di perdere consenso pur di restare fedele al Vangelo. Grazie Papa Leone per averci ricordato che la dottrina sociale della Chiesa, non è un’aggiunta alla teologia, ma la sua carne, il suo corpo. Tu non lo dici con formule accademiche, ma con il tono di chi sa che la fede, se non diventa vita, muore d’asfissia. La giustizia, la pace, la solidarietà con gli ultimi, la dignità del lavoro, la custodia del creato non sono temi accessori: sono le conseguenze di chi decide di seguire Cristo. Perché seguire Cristo significa toccare le piaghe del mondo, prendere parte, non restare spettatori. Significa non parlare di Dio senza parlare dell’uomo. E quando ricordi che «la chiamata del Signore alla misericordia verso i poveri trova la sua pienezza nella parabola del giudizio finale» (n°28), metti il Vangelo davanti a noi come uno specchio: lì si vede se amiamo davvero, lì si misura la coerenza tra l’altare e la strada. Ho sentito, tra le tue righe, una Chiesa che vuole essere madre, che non ha paura di sporcarsi il grembo di misericordia. Una Chiesa che non si accontenta di “parlare dei poveri”, ma che sceglie di vivere con loro e di lasciarsi evangelizzare da loro. Una Chiesa che sa che ogni scelta pastorale, ogni dottrina, ogni gesto liturgico, se non conduce a chinarsi su un volto ferito, rischia di restare senza sapore e senza verità. E in ultimo consentimi di dirti grazie, Papa Leone, perché la tua voce non si è posta come rottura, ma come continuità. In ogni parola della tua esortazione si sente la gratitudine verso chi ti ha preceduto, la riconoscenza verso Papa Francesco, la cui passione per la Chiesa povera e per i poveri continua a respirare nelle tue pagine. Hai saputo riprendere il suo cammino con discrezione, non per ripetere, non per copiare, ma per continuare a dare voce a ciò che è sempre vero. E così, mentre leggevo le tue parole, mi sembrava di ascoltare non solo l’eco viva di Papa Francesco, ma il soffio stesso del Risorto: la Sua Parola che non passa, la Sua Parola che non invecchia, la Sua Parola che continua a dirci con infinita dolcezza e ferma verità: «Io ti ho amato». In quel soffio ho riconosciuto la voce di San Francesco, che ci insegna la libertà di chi si spoglia per amore; di Santa Chiara, che con la povertà fece della fiducia la sua ricchezza; di Sant’Agostino, che ci ricorda che solo l’amore sa dare pace all’inquietudine del cuore; di don Tonino Bello, che sognava una Chiesa con il grembiule e non con i paramenti del potere; e di Madre Teresa di Calcutta, che vide Cristo nei più piccoli e ne ascoltò il respiro tra le strade del mondo. Che questi santi della carità e profeti della tenerezza custodiscano il tuo cammino e accompagnino il nostro, perché la Chiesa resti povera e luminosa, madre dei poveri, sempre capace di riconoscere, in ogni volto incontrato lo sguardo del Crocifisso Risorto, che sussurra a tutti, senza distinzione: «Io ti ho amato»”.

 

A Napoli la “USB Streetworkout”, spin off di Padelness

A Napoli la “USB Streetworkout”, spin off di Padelness

Una passeggiata, intervallata da esercizi ginnici di varie discipline, nel racconto dei luoghi che si visitano durante l’esperienza. In una condizione di totale isolamento, garantito dalle cuffie nella quali la voce del top trainer ha guidato il gruppo. A Napoli è arrivata per la prima volta la Streetworkout, spinoff di Padelness, l’evento che si terrà dal 21 al 23 novembre alla Mostra d’Oltremare. A guidare i gruppo gli organizzatori, Marianna Perruno e Massimiliano Esofaco (Intervista in allegato).

Maria Intorto founder di Streetworkout Italia, ha evidenziato quanto Napoli sia scenario ideale per un’esperienza di questo tipo (Intervista nel file allegato)

ll trainer Roberto Mazzoni, con un battuta, spiega a chi è rivolta la disciplina (Intervista nel file allegato)

Spari nella notte a piazza Bellini, donna ferita a una spalla

Paura e spari nella notte in piazza Bellini, una delle zone in cui concentra la movida di Napoli. Alcuni giovani, al termine di una violenta lite, avrebbero estratto le pistole per colpire i rivali. Numerosi i bossoli trovati sull’asfalto dagli agenti della Polizia di Stato questa mattina. Sull’episodio indagano il commissariato decumani ma anche squadra mobile del primo dirigente Giovanni Leuci.  E secondo loro sarebbe collegata alla sparatoria la vicenda di una donna che la notte scorsa è giunta all’ospedale Pellegrini, dove le è stata refertata una ferita alla spalla causata da un proiettile. Si tratterebbe di una senza fisa dimora.