mercoledì, Novembre 27, 2024
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Scuola Superiore Meridionale, chiude la seconda fase di orientamento

Scuola Superiore Meridionale, chiude la seconda fase di orientamento

Tra lezioni magistrali e seminariali, visite guidate presso centri di eccellenza e siti archeologici, accompagnati dai docenti si è conclusa la seconda fase di orientamento della Scuola Superiore Meridionale.

Tre giornate tematiche di studio per studenti provenienti da tutta la Campania iscritti all’ultimo anno delle scuole medie superiori che hanno risposto al bando di selezione. Per i giovani partecipanti, ognuno con le proprie aspettative, un’occasione per sperimentare gratuitamente sul campo metodo, ritmi e opportunità di studio.

Le risorse dell’incertezza il tema di quest’anno. Ad accogliere il folto gruppo di studenti che ha partecipato a una delle sessioni che si è svolta all’Osservatore astronomico di capodimonte di Napoli, Salvatore Capozziello prof ordinario di astrofisica alla Federico II e coordinatore area Space della SSM.

(Interviste nel video allegato)

Prevenzione, protezione e cure per le infezioni da HCV e HIV: a Nisida parte il progetto “Noi Ci siamo”

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Prevenzione, protezione e cure per le infezioni da HCV e HIV: a Nisida parte il progetto “Noi Ci siamo”

L’Epatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli e l’Istituto Penitenziario Minorile di Nisida – con il contributo non condizionato di Abbvie – lanciano la campagna informativa.

L’iniziativa sarà presentata martedì 29 ottobre alle ore 11:30 presso l’aula conferenze ospedale Fatebenefratelli di Napoli (Via Alessandro Manzoni 199).

La consapevolezza sui rischi delle infezioni virali a trasmissione ematica registra standard molto bassi tra le nuove generazioni.

È per questa principale ragione che l’Epatologia dell’Ospedale Fatebenefratelli di Napoli e Istituto Penitenziario Minorile di Nisida lanciano la campagna informativa “Prevenzione a Nisida: Noi Ci siamo”.

L’iniziativa – resa possibile grazie al contributo non condizionato di Abbvie – si pone l’obiettivo di sensibilizzare e informare i giovani detenuti sulle modalità di trasmissione e prevenzione delle infezioni ematiche come HIV e HCV (epatite C).

Parlare oggi di queste patologie non significa limitarsi alle infezioni trasmesse tramite trasfusioni di sangue infetto.

La diffusione di questi virus avviene infatti, principalmente, attraverso l’uso di strumenti non sterilizzati (come aghi, piercing, forbicine e lamette) e tramite contatti sessuali non protetti.

Seppure il numero di infezioni sia diminuito rispetto al picco raggiunto negli anni ’80 e ’90, molti giovani sono ancora inconsapevoli dei rischi legati a queste malattie.

«Richiamare l’attenzione degli adolescenti è fondamentale. Soprattutto riguardo l’epatite C la percezione dei rischi legati a questa grave patologia è ancora molto limitata», afferma il dott. Vincenzo Iovinella, Responsabile Epatologia e Malattie Infettive Ospedale Madonna del Buon Consiglio Fatebenefratelli, che aggiunge: «grazie ai recenti progressi della medicina, oggi abbiamo a disposizione trattamenti in compresse che possono eradicare il virus in sole 8-12 settimane».

Tuttavia, nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità abbia avviato un programma per l’eradicazione del virus HCV entro il 2030, i programmi di prevenzione, che dovrebbero partire dalla conoscenza delle modalità di contagio, spesso non raggiungono le fasce più vulnerabili della popolazione.

La campagna “Prevenzione a Nisida: Noi Ci siamo” mira a colmare questo divario informativo, portando tra i giovani detenuti dell’Istituto di Nisida conoscenze chiare sulle modalità di contagio e informazioni cruciali sulle possibilità di cura grazie ai farmaci antivirali ad azione diretta (DAAs).

Questi farmaci rappresentano oggi una delle più efficaci soluzioni terapeutiche contro il virus HCV, con una percentuale di guarigione che sfiora il 97%.

Un’iniziativa unica nel suo genere in Italia, che ha subito trovato l’entusiasta adesione della Direzione Sanitaria del P.O. Fatebenefratelli, rappresentato dalla dott.ssa Mariateresa Iannuzzo, che sottolinea come sia fondamentale «portare la prevenzione e l’informazione direttamente nei luoghi in cui si trovano i giovani più a rischio».

La stessa convinzione è stata espressa dal dott. Gianluca Guida, Direttore dell’Istituto Penale per Minorenni di Nisida che sottolinea quanto «educare alla prevenzione sia un aspetto chiave per favorire una buona salute e ridurre il rischio di malattie nel lungo termine. Coltivare precocemente la prevenzione permette di identificare e gestire i fattori di rischio prima che diventino problemi gra

“The Magical Dooms- destinazione fantasia” al Vulcano Buono

“The Magical Dooms- destinazione fantasia” al Vulcano Buono

La magia del viaggio della fantasia negli occhi dei bambini. Quattro cupole ipertecnologiche che accolgono i visitatori per fargli vivere un’esperienza immersiva in un mondo incantato.
Ha aperto i battenti “The Magical Dooms- destinazione fantasia”, il nuovo servizio del Vulcano Buono dedicato alle famiglie. Un servizio innovativo con il quale la struttura di Nola ha ampliato la sua offerta per il territorio. Si tratta di un percorso fatto di luci e colori attraverso tre diversi allestimenti che si ispirano ad altrettanti habitat naturali.

Ad accogliere i più piccoli e i loro genitori saranno prima gli animali dei boschi, poi quelli della savana e quelli dei fondali marini. Il viaggio, infine, come spiega la responsabile Marketing del Vulcano buono Felicia Mercogliano termina nel teatro olografico, con realtà aumentata e interattiva.

(Interviste nel video allegato)

La montagna incontra il mare, lo Skyroll conquista anche Napoli

La montagna incontra il mare, lo Skyroll conquista anche Napoli

Sciatori sui pattini, per avvicinare la montagna al mare. Lo Skyroll conquista anche Napoli, grazie all’iniziativa del comitato regionale campano-pugliese della FISI che ha animato per tutto il week end l’area pedonale di via Caracciolo. Il presidente Andrea Barulli ha evidenziato quanto questa disciplina sia accessibile a tutti e consenta di provare il brivido della “scivolata” anche se lontano dalle piste di sci.

Lo Skiroll è  formato da una coppia di aste a sezione rettangolare in lega leggera, ma anche in fibra di vetro-carbonio. La lunghezza delle barre è variabile e all’estremità sono  fissate due ruote con copertura in gomma o materiale plastico. Una coppia di attacchi per scarpe da sci di fondo e una coppia di bastoncini (sempre per sci di fondo) con punta in widia completano l’attrezzatura che permette la pratica dello “sci di fondo” su strada asfaltata. Gli appassionati hanno potuto contare sul supporto di due esperte maestre federali, Gina Zivi e Maria Antonia Brighetti, che è anche responsabile del comitato Lazio e Sardegna di Biathlon

Tommaso Conte, responsabile per il comitato campano dello Skiroll ha tracciato il bilancio di un’iniziativa lanciata alcuni mesi fa in alcune scuole di Napoli.

(Interviste nel video allegato)

Famiglie Arcobaleno in piazza a Napoli: “genitorialità diritto da difendere”

Tornano in piazza le famiglie Arcobaleno. Come in altre piazze d’Italia, anche a Napoli l’associazione di genitori LGBTQIA+ ha manifestato contro la legge Varchi, prevede sia reato il ricorso alla gestazione per altri. Davanti alla sede della Prefettura, in piazza del Plebiscito. Un presidio contro “la criminalizzazione da parte del Governo e della maggioranza parlamentare”. Tra le associazioni presenti a Napoli Agedo, Antinoo Arcigay Napoli, ALFI Le Maree, Associazione Trans Napoli, Pride Vesuvio, Fondazione GIC e il gruppo territoriale di Famiglie Arcobaleno. Hanno inoltre presenziato gli assessori comunali Luca Trapanese ed Emanuela Ferrante, la deputata M5S Gilda Sportiello e rappresentanti della CGIL

IL SIT IN PIAZZA DEL PLEBISCITO

I partecipanti hanno espresso “forte preoccupazione per le recenti proposte di legge che criminalizzano la GPA, definendola un ‘reato universale”. Con slogan e striscioni, hanno “denunciato gli attacchi del Governo e della maggioranza parlamentare, giudicati in contrasto con i principi fondamentali della Costituzione italiana e del Diritto internazionale”. “Giorno dopo giorno, il Governo sta dimostrando di voler tornare indietro nel tempo – hanno dichiarato i rappresentanti delle associazioni – con provvedimenti fascisti che ricordano i peggiori periodi della nostra storia. Per questo facciamo appello a tutte le forze democratiche e alle Istituzioni, in primis al Presidente Mattarella, di non permettere che i diritti delle famiglie arcobaleno e delle persone LGBTQIA+ vengano calpestati”. Alcuni attivisti e alcune attiviste si sono fatti ‘ammanettare’ simbolicamente ai bambini e alle bambine delle famiglie arcobaleno, sottolineando “l’assurdità di una legge che considera l’amore e il desiderio di genitorialità un reato. Le manette giocattolo saranno consegnate al Prefetto con la richiesta di fermare questa deriva autoritaria”. ”

(Foto di Raffaella de Luise)

20 anni, colpito da proiettile alla nuca a Chiaiano: salvato al CTO

Un ragazzo di 20 anni è rimasto ferito in maniera non grave dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola alla nuca. Secondo quanto ha riferito agli agenti del commissariato Arenella a Napoli, è stato trasportato alle 2 della scorsa notte all’ospedale Cto. Per lui 10 giorni di prognosi, è stato dimesso. In zona Chiaiano si trovava in auto con altri due amici quando è stato avvicinato da uno scooter con due persone a bordo. Il passeggero senza motivo avrebbe allora esploso il colpo che lo ha ferito alla nuca.

Violenza sugli uomini, presentato il progetto 1523.it a Tutto Sposi

Presentato ed illustrato ai visitatori della fiera Tutto Sposi, oltre a statistiche, sondaggi ed interviste su tutti i tipi e casi di violenza, anche il nuovo servizio del progetto www.1523.it “PATTICHIARI MATRIMONIO LUNGO”. In italia non sono ancora previsti i patti
prematrimoniali, come in altri paesi moderni del mondo, ma è utile e possibile ha illustrato l’avvocato Angelo Pisani, promotore dei servizi di tutela e sicurezza del 1523.it per tutte le creature umane così come per le donne, “la specifica consulenza e valutazioni
prematrimoniali”. Proprio per prevenire ogni tipo di violenza fisica, psicologica , economica e problemi e violazioni familiari. Di questo si è discusso a “Tutto Sposi” con esperti a tutela dei valori e degli affetti che esportano poi i dati e relazioni in un prossimo convegno pubblico .

«Abbiamo scelto questo Salone del Wedding – spiega Pisani – perché è proprio all’interno del matrimonio e nelle famiglie che occorre mettere in campo ogni tipo di prevenzione e antidoto delle violenze sia fisica che psicologica. Sia quella esercitata dagli uomini, sia quella, anch’essa sempre più frequente e pericolosa, e lo dicono i numeri, esercitata dalle donne. Come da politiche sbagliate e sistemi di potere, in danno dei maschi, compagni, mariti, fidanzati o figli”.

Il progetto 1523.it estende dunque la necessità di assistenza e tutela a tutte le vittime di violenza fisica, psicologica, anche giudiziaria dove l’uomo con un “ammonimento” è già spalle al muro e fuori casa. SI tratta di una forma sempre più insidiosa e diffusa. Ma si propone al tempo stesso di diffondere la cura e difesa degli affetti e dei valori, il rispetto delle persone, la cultura dei diritti con la disponibilità e interventi di esperti e professionisti, avvocati e psicologici. Il paradosso è he sono prevalentemente donne quelle che hanno organizzato e gestiscono il servizio valutando segnalazioni e reclami.

Nel corso della manifestazione allo stand del Salone Tutto Sposi il team di esperti del 1523 – ma anche avvocati, fra cui molte professioniste donna, ma anche operatori sociali e sanitari, consulenti psicologi – sono stati a disposizione del pubblico. Tenute anche alcune conference sul tema dando il via alla tanto necessaria ed utile rivoluzione culturale contro gli effetti e addirittura le speculazioni o strumentalizzazione della violenza per fini di parte . “Ci rivolgiamo inoltre anche alle scuole – spiega ancora l’avvocato Pisani – perché è dall’infanzia e dall’adolescenza che debbono partire queste attività di educazione civica e sociale , con diffusione del rispetto per i diritti umani e di tutela degli affetti”.

Intanto sono attivi il sito ed applicazione 1523.it, la mail SOS@1523.IT e il numero di WhatsApp +39 335 417 420.

Anarchia in aula e truffe assicurative: aggressione ai giudici

Anarchia in aula e truffe assicurative: aggressione ai giudici

A causare il traboccamento del vaso è sempre l’ultima goccia, facendo fede ad una massima popolare che si tramanda da generazioni.

Tale proverbio ben si attaglia anche al dissesto in cui continua a versare la Giustizia italiana: difatti, proprio venerdì scorso, in un’aula del Giudice di Pace di Barra, s’è verificata una scena che, ad avviso di chi scrive, ben si sarebbe potuta evitare, se si fosse recepito fedelmente il monito illo tempore rivolto ai vertici della Giustizia locale e nazionale, nel cui corpus si poneva in evidenza il degrado, sotto ogni profilo, degli Uffici Giudiziari ubicati nel Distretto di Corte d’Appello di Napoli.

Lo stabile che ospita il Giudice di Pace sunnominato è sito quasi alle pendici del Vesuvio (che, all’orizzonte, ben si nota), su un viale quasi solitario. Una volta che vi si accede, risulta pressoché facile avvedersi che, purtroppo, mancano del tutto i presìdi di sicurezza: tutti possono accedere ad uffici ed aule indiscriminatamente, poiché le funzioni di polizia non vengono concretamente esercitate.

Tale gravissima carenza ha fatto sì che uno dei Magistrati onorari attivi presso l’Ufficio in parola venisse aggredito nel compimento del proprio dovere da un individuo che, con l’intento di testimoniare in luogo di altri nell’ambito di una causa ivi pendente, aveva presentato un documento d’identità del tutto falso.

La Giudice, tale Antonella Giugliano, una donna di cinquantasette anni con un encomiabile senso del dovere, ha immediatamente scoperto l’arcano e, all’atto di riportare tempestivamente il tutto a verbale, s’è vista strappare di mano con veemenza il documento presentatole, gesto che le ha causato la distorsione di un dito: l’intento dell’aggressore era, infatti, quello di far sparire la prova inconfutabile del proprio misfatto.

Ma…chi avrebbe dovuto allertare le Forze dell’Ordine, o garantire lo svolgimento delle udienze in modo sicuro per gli operatori del diritto, dove diamine stava? Com’è possibile, poi, che, in assenza di adeguati controlli, si riesca ad accedere ad aule e cancellerie…ed a dare sfogo alle proprie ire verso chi sta assolvendo ai propri doveri con una dedizione propria di pochi, nonché – fatto parimenti degno di riprovazione – a far sparire atti e documenti di causa?

La malcapitata Giudice – che ora teme seriamente per la propria incolumità -, dopo aver ricevuto le cure dei sanitari in pronto soccorso (con prognosi pari a dieci giorni), s’è dovuta recare personalmente presso la vicina Stazione dei Carabinieri per sporgere querela nei confronti del suo aggressore; se, invece, si fosse garantita la presenza delle FF.OO. presso gli Uffici del GDP, si sarebbe potuto procedere perlomeno all’identificazione del responsabile.

La problematica oggetto del presente scritto è stata già messa in luce un paio d’anni fa, dacché lo scrivente avvocato Vizzino, dopo aver subìto una brutale e vile aggressione nei locali dell’Ufficio del GdP di Frattamaggiore presso cui aveva discusso una causa piuttosto complicata in materia di truffe assicurative, si era sùbito rivolto, tramite telefono, alla Polizia di Stato, il cui intervento, però, venne messo in atto a distanza di ben mezz’ora dall’accaduto.

E – fatto ancor più grave -, dopo quasi due anni…non si è ancora provveduto a convocarlo per un’audizione in Procura: che obbrobrio!

Chi fa sì che Avvocati, Magistrati e membri del Personale possano lavorare in serenità e, soprattutto, senza il rischio di subire botte da orbi (o peggio)?Rebus sic stantibus, nessuno, sebbene si sia provveduto a mettere al corrente di tutto il Ministero della Giustizia, Presidenti dei Tribunali, i Dirigenti del Personale e, non da ultimo, i Consigli dell’Ordine.

L’aggressione ad un soggetto…veramente terzo ed imparziale per aver provveduto, come da Legge, alla verifica dei dati contenuti in un documento d’identità lede senz’altro la reputazione della Giustizia italiana, oltre all’onore ed al decoro di Magistrati, Avvocati e Personale, spesso lasciati soli dalle Istituzioni che, invece, dovrebbero scendere in campo per tutelarli.

A questo aggiungasi che, in una cospicua pluralità di casi, le prove per testimoni vengono espletate in modo pressoché maldestro, senza che il Giudice ed i Cancellieri possano monitorare che il tutto si svolga in conformità alle norme del Codice di rito: a titolo esemplificativo, si pensi all’escussione dei testi…nei corridoi od in luoghi appartati (se non addirittura tramite l’utilizzo dei cellulari), prassi suscettibile d’inquinare irrimediabilmente il materiale probatorio e, in più, di violare la normativa – nazionale ed eurounitaria – in tema di riservatezza.

Risulta, a questo punto, doveroso riportare quanto avvenuto da ultimo innanzi al Giudice di Pace di Marigliano, nel Circondario di Nola, ove un avvocato, dopo aver richiesto l’escussione dei testi alla presenza del Giudice, del Cancelliere e dei Difensori, con redazione del verbale a cura del secondo, s’è visto opporre un fermo ed inescusabile diniego…con tanto di “ripicca”, poiché il Giudicante ha demandato l’elaborazione del verbale ad uno degli avvocati, con tutti i rischi da ciò derivanti.

Nonostante i costanti sforzi da parte del team Studio Vizzino, i Giudici continuano a disinteressarsi di quanto sia illecita una siffatta prassi: tramite i cellulari può, invero, capitare di tutto, quindi…ogni dato può finire nelle mani di qualche burattinaio e lasciargli terreno fertile per porre in essere altre truffe, specie in campo assicurativo.

Per scongiurare le spiacevoli (e pericolose) conseguenze testé cennate, sarebbe d’uopo non concentrare le prove per testi in un’unica fascia oraria, ma fissare – anche in previsione della rispettiva durata – intervalli di tempo precisi per espletarle: solo così ci si può auspicare che il tutto avvenga ordinatamente!

Ma non si trascuri neanche il frequente esercizio abusivo della professione forense ad opera di chi, intrufolatosi in aula…grazie all’inerzia dei preposti alla sicurezza (o meglio, alla loro assenza, perché non se ne vede neppure l’ombra), elude facilmente qualche Giudicante: infatti, la maggior parte dei Magistrati di Pace non si premura di controllare il tesserino degli effettivi patrocinatori.

Ebbene, la dottoressa Giugliano è andata controcorrente, lasciando intravedere una luce raggiante all’interno di un oscuro tunnel.

D’altronde, anche i professionisti dello Studio Vizzino, in sede di redazione degli atti giudiziari e dei verbali d’udienza, sottolineano – giustamente – di voler accettare il contraddittorio innanzi ai Giudici solo laddove sia acclarato che le cause delle rispettive controparti siano perorate da avvocati o praticanti abilitati al patrocinio sostitutivo.

Altro inconveniente posto varie volte in evidenza è rappresentato dalla fatiscenza degli edifici ove operano i Giudici di Pace e, al tempo stesso, dall’incuria totale con cui vengono condotte le varie operazioni.

In primo luogo, le condizioni in cui versano le aule risultano raccapriccianti ed indecorose ed in questa prospettiva, il lassismo istituzionale è lapalissiano. Ci sono carenze poderose sia in termini igienico-sanitari sia strutturali, alla quale si aggiungono sia gli allagamenti sistematici a ogni pioggia ed una carenza di personale, senza precedenti. Inoltre, gli spazi angusti preposti all’attesa delle udienze e le dimensioni delle aule spesso non risultano confacenti al numero di soggetti coinvolti.

Tale è una fotografia impietosa che riflette in peius l’ideale della giustizia. Ed in questa prospettiva, di maggiore perplessità risulta ciò che emerge dal dossier sull’edilizia giudiziaria nel nostro Paese curata dalla VIII commissione permanente di studio dell’Anm. In particolare, tra soffitti e solai fatiscenti, carenza di impianti di sicurezza e cornicioni pericolanti, la mappa degli edifici giudiziari da rimettere a nuovo nell’intera penisola restituisce un quadro quantomai desolante.

A ciò deve necessariamente sommarsi l’indecenza che deriva da tale massiva discrasia: in particolare, in determinati uffici, si può prendere cognizione di dati sensibili in maniera totalmente limpida e trasparente, accedendo al relativo faldone in maniera priva di alcun controllo ed indisturbata. Anche sulla base di tale indecente circostanza si rende necessario dotare i summenzionati uffici di forza pubblica, con un sistema di sorveglianza regolarmente istituito, come in ogni altra sede istituzionale idonea, ma anche per prevenire eventuali disagi che potrebbero compromettere o menomare l’attività giudiziaria.

Altresì a tale contesto, si deve anche addizionare sia la circostanza per cui ci si ritrova fagocitati tra vagonate di faldoni e fascicoli senza un sistema di gestione ed amministrazione idoneo, sia il triste fenomeno per cui determinate cancelliere risultano aperte a giorni alterni, concretizzando un danno incommensurabile sia nei confronti dell’arretrato, sia nei confronti di avvocati e clienti.

Per mero scrupolo informativo, si riporta all’attenzione che nel solo Ufficio del Giudice di Pace di Aversa, ci sono da pubblicare oltre 10mila sentenze e che il tempo previsti per lo smaltimento di tale mole di lavoro raggiunga 2 anni.

Per non rammentare i tempi biblici previsti per un’ordinaria richiesta di copie, per la quale si può attendere anche 1 anno. In tali zone, è fuori dubbio che non si riesca più a garantire in maniera funzionale ed efficiente il servizio al pubblico.

Risulta triste e sconcertante, considerare che tale incuria istituzionale è ravvisabile proprio negli uffici, che risultano essere il grado di giurisdizione più vicina al cittadino.

S’intende, poi, far luce sulla grave criticità dell’ ufficio archivio del Giudice di Pace di Napoli, al collasso da parecchio, dopo il trasferimento dei lavoratori socialmente utili alla Città Metropolitana. Sulla base di tale dato e delle molteplici segnalazioni inoltrate, è bene rammentare che i fascicoli definiti restano in cancelleria e gli avvocati devono materialmente cercare le loro produzioni, fra migliaia di processi in ordine sparso, configurando in tal modo un lavoro di natura elefantiaca.

Di non minore importanza è la famigerata questione dei consulenti tecnici (di parte e d’ufficio) che balzellano quotidianamente, a mo’ di grilli, nei corridoi degli Uffici giudiziari, nelle Cancellerie od addirittura in aula con l’obiettivo di accaparrarsi gli incarichi o di giurare seduta stante come ausiliari del Giudice (nel secondo caso viene meno la terzietà ed imparzialità del CTU).

Sul tema, c’è da ricordare il ben noto servizio, andato in onda tempo fa, riguardante la disorganizzazione che regna nel Mandamento di Marano di Napoli: fascicoli che si volatilizzano, cancellerie alla mercé di tutti e, soprattutto, membri del personale che sovente assumono la veste di consulenti nelle cause ivi iscritte al Ruolo. Semplicemente vergognoso!

Inoltre, sebbene le telecamere avessero ripreso “con le mani nel sacco” i periti che “lavoravano” nelle cancellerie per concludere i propri loschi affari, le Istituzioni sono rimaste…del tutto inerti, compromettendo la loro credibilità.

In virtù di quanto suesposto, chi scrive – oltre a congratularsi con la Giudice aggredita per il senso del dovere dimostrato e ad augurarle, contestualmente, una celere guarigione – intende rivolgere alle Istituzioni interessate, segnatamente Ministero della Giustizia, Presidenti delle Corti d’Appello, Presidenti dei Tribunali, Consiglio Nazionale Forense e Consigli degli Ordini degli Avvocati un accorato appello a porre rimedio agli inconvenienti supra descritti, provvedendo nel seguente modo:

assicurare un effettivo presidio di sicurezza negli Uffici giudiziari, che abbia cura d’identificare con accuratezza chi vi accede e di verificare – anche con l’ausilio dei Giudici – se chi verbalizza o patrocina sia effettivamente avvocato (evitando, altresì, che le prove testimoniali siano espletate nei corridoi, alla mercé di tutti, senza che il Magistrato ed il Cancelliere sovrintendano alle operazioni) e, nelle more, decretare la chiusura temporanea del Mandamento di Barra, sperando di non arrivare alle calende greche;
costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali aventi ad oggetto aggressioni perpetrate verso Magistrati, Avvocati e Personale, dacché l’agire criminoso di certi individui lede l’immagine di tali categorie professionali;
eseguire in tempi brevi gli interventi manutentivi necessari a far sì che nei palazzi di giustizia si lavori senza tensione e, soprattutto, in ambienti salubri;
impedire che i consulenti tecnici, approfittando della bolgia all’interno degli Uffici in questione, vadano a caccia d’incarichi in spregio ad ogni disposizione di Legge;
vigilare sull’operato dei preposti ad archivi e cancellerie, dimodoché i fascicoli di causa non spariscano (o non vengano fatti sparire).
Il motore della macchina giudiziaria è interessato da molteplici guasti alla cui risoluzione, purtroppo, s’indugia da tanto a provvedere: se a lubrificarlo con l’olio dell’onestà non sono gli operatori onesti, il riassesto si fa via via complicato, se non impossibile!

Si desidera, altresì, esprimere – unitamente all’avvocatura territoriale di Barra – la piena solidarietà al Magistrato rimasto vittima della denunciata aggressione, nonché condannare lo spregevole e violento atto consumato nell’aula d’udienza.

Si vuole, infine, invitare ogni operatore del Foro (Magistrati ed Avvocati) a prendere a modello la condotta della Giudicante aggredita a Barra, la quale ha dimostrato che alla mala-giustizia si ovvia innanzitutto con l’abnegazione: ancora complimenti, dottoressa, per aver sventato, col Suo lodevole coraggio, un potenziale tentativo di “sporcare” quella Giustizia che, per Divina Grazia, vanta tuttora illustri esponenti, fra cui Lei.

Ad maiora semper! – Dott. Adriano J. Spagnuolo Vigorita

 

Tumore al seno, visite gratuite al circolo Posillipo

Tumore al seno, visite gratuite al circolo Posillipo

Sono circa 60mila le donne che ogni anno in Italia si ammalano di tumore al seno. Se la malattia però viene individuata nelle sue fasi iniziali, il tasso di guarigione si attesta intorno al 96%. Proprio per questo la Lega italiana per la lotta contro i tumori ha promosso al circolo Posillipo di Napoli una giornata di sensibilizzazione sul tema della prevenzione, la principale arma contro questa patologia. Si tratta di un’iniziativa che rientra nell’ambito della campagna nazionale “Nastro Rosa – LILT for Women 2024” organizzata dalla sezione partenopea dell’associazione presieduta da Adolfo Gallipoli D’Errico. (Intervista in video allegato).

Nella sede del circolo prima si è svolta una sessione di controlli clinici senologici, poi è stata la volta delle uscite in mare con le Sirene Partenopee, la squadra del Dragon Boat della LILT Napoli capitanata da Eleonora D’angelo. (Intervista in video allegato).

Presente anche Filippo Smaldone Vice presidente circolo Posillipo. (Intervista in video allegato).

Verde negato, in piazza Municipio “Stati Generali 2.0”

Verde negato, in piazza Municipio “Stati Generali 2.0”

Alberi che cadono, aiuole senza manutenzione, e parchi chiusi o abbandonati nel degrado: la gestione della vegetazione cittadina è finita nel mirino di 58 associazioni che hanno organizzato davanti palazzo San Giacomo una manifestazione di protesta dal titolo “Stati generali del Verde 2.0”

Armati di bandiere e striscioni in circa 300 hanno raggiunto piazza Municipio e davanti la sede del Comune si sono susseguiti gli interventi al megafono.

Le richieste

Il censimento di tutti gli alberi presenti in città, con relativa pubblicazione online dei dati, la ripiantumazione di quelli abbattuti e l’istituzione della consulta del Verde sono solo alcune delle richieste avanzate dal presidio.

Alla chiamata ha aderito anche il movimento Rigenera Campania, che il 16 maggio scorso ha presentato alla regione una proposta di legge popolare sulla gestione ambientale. Proposta che da mesi, dicono i manifestanti, giace in un cassetto e non è stata ancora discussa.

Le parole dei manifestanti

Promotori dell’iniziativa sono Franco di Mauro, presidente del comitato San Martino e Roberto Braibanti, presidente dell’associazione Gea. (Interviste in video allegato)

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