Un ragazzo di 20 anni è rimasto ferito in maniera non grave dopo essere stato raggiunto da un colpo di pistola alla nuca. Secondo quanto ha riferito agli agenti del commissariato Arenella a Napoli, è stato trasportato alle 2 della scorsa notte all’ospedale Cto. Per lui 10 giorni di prognosi, è stato dimesso. In zona Chiaiano si trovava in auto con altri due amici quando è stato avvicinato da uno scooter con due persone a bordo. Il passeggero senza motivo avrebbe allora esploso il colpo che lo ha ferito alla nuca.
Violenza sugli uomini, presentato il progetto 1523.it a Tutto Sposi
Presentato ed illustrato ai visitatori della fiera Tutto Sposi, oltre a statistiche, sondaggi ed interviste su tutti i tipi e casi di violenza, anche il nuovo servizio del progetto www.1523.it “PATTICHIARI MATRIMONIO LUNGO”. In italia non sono ancora previsti i patti
prematrimoniali, come in altri paesi moderni del mondo, ma è utile e possibile ha illustrato l’avvocato Angelo Pisani, promotore dei servizi di tutela e sicurezza del 1523.it per tutte le creature umane così come per le donne, “la specifica consulenza e valutazioni
prematrimoniali”. Proprio per prevenire ogni tipo di violenza fisica, psicologica , economica e problemi e violazioni familiari. Di questo si è discusso a “Tutto Sposi” con esperti a tutela dei valori e degli affetti che esportano poi i dati e relazioni in un prossimo convegno pubblico .
«Abbiamo scelto questo Salone del Wedding – spiega Pisani – perché è proprio all’interno del matrimonio e nelle famiglie che occorre mettere in campo ogni tipo di prevenzione e antidoto delle violenze sia fisica che psicologica. Sia quella esercitata dagli uomini, sia quella, anch’essa sempre più frequente e pericolosa, e lo dicono i numeri, esercitata dalle donne. Come da politiche sbagliate e sistemi di potere, in danno dei maschi, compagni, mariti, fidanzati o figli”.
Il progetto 1523.it estende dunque la necessità di assistenza e tutela a tutte le vittime di violenza fisica, psicologica, anche giudiziaria dove l’uomo con un “ammonimento” è già spalle al muro e fuori casa. SI tratta di una forma sempre più insidiosa e diffusa. Ma si propone al tempo stesso di diffondere la cura e difesa degli affetti e dei valori, il rispetto delle persone, la cultura dei diritti con la disponibilità e interventi di esperti e professionisti, avvocati e psicologici. Il paradosso è he sono prevalentemente donne quelle che hanno organizzato e gestiscono il servizio valutando segnalazioni e reclami.
Nel corso della manifestazione allo stand del Salone Tutto Sposi il team di esperti del 1523 – ma anche avvocati, fra cui molte professioniste donna, ma anche operatori sociali e sanitari, consulenti psicologi – sono stati a disposizione del pubblico. Tenute anche alcune conference sul tema dando il via alla tanto necessaria ed utile rivoluzione culturale contro gli effetti e addirittura le speculazioni o strumentalizzazione della violenza per fini di parte . “Ci rivolgiamo inoltre anche alle scuole – spiega ancora l’avvocato Pisani – perché è dall’infanzia e dall’adolescenza che debbono partire queste attività di educazione civica e sociale , con diffusione del rispetto per i diritti umani e di tutela degli affetti”.
Intanto sono attivi il sito ed applicazione 1523.it, la mail SOS@1523.IT e il numero di WhatsApp +39 335 417 420.
Anarchia in aula e truffe assicurative: aggressione ai giudici
Anarchia in aula e truffe assicurative: aggressione ai giudici
A causare il traboccamento del vaso è sempre l’ultima goccia, facendo fede ad una massima popolare che si tramanda da generazioni.
Tale proverbio ben si attaglia anche al dissesto in cui continua a versare la Giustizia italiana: difatti, proprio venerdì scorso, in un’aula del Giudice di Pace di Barra, s’è verificata una scena che, ad avviso di chi scrive, ben si sarebbe potuta evitare, se si fosse recepito fedelmente il monito illo tempore rivolto ai vertici della Giustizia locale e nazionale, nel cui corpus si poneva in evidenza il degrado, sotto ogni profilo, degli Uffici Giudiziari ubicati nel Distretto di Corte d’Appello di Napoli.
Lo stabile che ospita il Giudice di Pace sunnominato è sito quasi alle pendici del Vesuvio (che, all’orizzonte, ben si nota), su un viale quasi solitario. Una volta che vi si accede, risulta pressoché facile avvedersi che, purtroppo, mancano del tutto i presìdi di sicurezza: tutti possono accedere ad uffici ed aule indiscriminatamente, poiché le funzioni di polizia non vengono concretamente esercitate.
Tale gravissima carenza ha fatto sì che uno dei Magistrati onorari attivi presso l’Ufficio in parola venisse aggredito nel compimento del proprio dovere da un individuo che, con l’intento di testimoniare in luogo di altri nell’ambito di una causa ivi pendente, aveva presentato un documento d’identità del tutto falso.
La Giudice, tale Antonella Giugliano, una donna di cinquantasette anni con un encomiabile senso del dovere, ha immediatamente scoperto l’arcano e, all’atto di riportare tempestivamente il tutto a verbale, s’è vista strappare di mano con veemenza il documento presentatole, gesto che le ha causato la distorsione di un dito: l’intento dell’aggressore era, infatti, quello di far sparire la prova inconfutabile del proprio misfatto.
Ma…chi avrebbe dovuto allertare le Forze dell’Ordine, o garantire lo svolgimento delle udienze in modo sicuro per gli operatori del diritto, dove diamine stava? Com’è possibile, poi, che, in assenza di adeguati controlli, si riesca ad accedere ad aule e cancellerie…ed a dare sfogo alle proprie ire verso chi sta assolvendo ai propri doveri con una dedizione propria di pochi, nonché – fatto parimenti degno di riprovazione – a far sparire atti e documenti di causa?
La malcapitata Giudice – che ora teme seriamente per la propria incolumità -, dopo aver ricevuto le cure dei sanitari in pronto soccorso (con prognosi pari a dieci giorni), s’è dovuta recare personalmente presso la vicina Stazione dei Carabinieri per sporgere querela nei confronti del suo aggressore; se, invece, si fosse garantita la presenza delle FF.OO. presso gli Uffici del GDP, si sarebbe potuto procedere perlomeno all’identificazione del responsabile.
La problematica oggetto del presente scritto è stata già messa in luce un paio d’anni fa, dacché lo scrivente avvocato Vizzino, dopo aver subìto una brutale e vile aggressione nei locali dell’Ufficio del GdP di Frattamaggiore presso cui aveva discusso una causa piuttosto complicata in materia di truffe assicurative, si era sùbito rivolto, tramite telefono, alla Polizia di Stato, il cui intervento, però, venne messo in atto a distanza di ben mezz’ora dall’accaduto.
E – fatto ancor più grave -, dopo quasi due anni…non si è ancora provveduto a convocarlo per un’audizione in Procura: che obbrobrio!
Chi fa sì che Avvocati, Magistrati e membri del Personale possano lavorare in serenità e, soprattutto, senza il rischio di subire botte da orbi (o peggio)?Rebus sic stantibus, nessuno, sebbene si sia provveduto a mettere al corrente di tutto il Ministero della Giustizia, Presidenti dei Tribunali, i Dirigenti del Personale e, non da ultimo, i Consigli dell’Ordine.
L’aggressione ad un soggetto…veramente terzo ed imparziale per aver provveduto, come da Legge, alla verifica dei dati contenuti in un documento d’identità lede senz’altro la reputazione della Giustizia italiana, oltre all’onore ed al decoro di Magistrati, Avvocati e Personale, spesso lasciati soli dalle Istituzioni che, invece, dovrebbero scendere in campo per tutelarli.
A questo aggiungasi che, in una cospicua pluralità di casi, le prove per testimoni vengono espletate in modo pressoché maldestro, senza che il Giudice ed i Cancellieri possano monitorare che il tutto si svolga in conformità alle norme del Codice di rito: a titolo esemplificativo, si pensi all’escussione dei testi…nei corridoi od in luoghi appartati (se non addirittura tramite l’utilizzo dei cellulari), prassi suscettibile d’inquinare irrimediabilmente il materiale probatorio e, in più, di violare la normativa – nazionale ed eurounitaria – in tema di riservatezza.
Risulta, a questo punto, doveroso riportare quanto avvenuto da ultimo innanzi al Giudice di Pace di Marigliano, nel Circondario di Nola, ove un avvocato, dopo aver richiesto l’escussione dei testi alla presenza del Giudice, del Cancelliere e dei Difensori, con redazione del verbale a cura del secondo, s’è visto opporre un fermo ed inescusabile diniego…con tanto di “ripicca”, poiché il Giudicante ha demandato l’elaborazione del verbale ad uno degli avvocati, con tutti i rischi da ciò derivanti.
Nonostante i costanti sforzi da parte del team Studio Vizzino, i Giudici continuano a disinteressarsi di quanto sia illecita una siffatta prassi: tramite i cellulari può, invero, capitare di tutto, quindi…ogni dato può finire nelle mani di qualche burattinaio e lasciargli terreno fertile per porre in essere altre truffe, specie in campo assicurativo.
Per scongiurare le spiacevoli (e pericolose) conseguenze testé cennate, sarebbe d’uopo non concentrare le prove per testi in un’unica fascia oraria, ma fissare – anche in previsione della rispettiva durata – intervalli di tempo precisi per espletarle: solo così ci si può auspicare che il tutto avvenga ordinatamente!
Ma non si trascuri neanche il frequente esercizio abusivo della professione forense ad opera di chi, intrufolatosi in aula…grazie all’inerzia dei preposti alla sicurezza (o meglio, alla loro assenza, perché non se ne vede neppure l’ombra), elude facilmente qualche Giudicante: infatti, la maggior parte dei Magistrati di Pace non si premura di controllare il tesserino degli effettivi patrocinatori.
Ebbene, la dottoressa Giugliano è andata controcorrente, lasciando intravedere una luce raggiante all’interno di un oscuro tunnel.
D’altronde, anche i professionisti dello Studio Vizzino, in sede di redazione degli atti giudiziari e dei verbali d’udienza, sottolineano – giustamente – di voler accettare il contraddittorio innanzi ai Giudici solo laddove sia acclarato che le cause delle rispettive controparti siano perorate da avvocati o praticanti abilitati al patrocinio sostitutivo.
Altro inconveniente posto varie volte in evidenza è rappresentato dalla fatiscenza degli edifici ove operano i Giudici di Pace e, al tempo stesso, dall’incuria totale con cui vengono condotte le varie operazioni.
In primo luogo, le condizioni in cui versano le aule risultano raccapriccianti ed indecorose ed in questa prospettiva, il lassismo istituzionale è lapalissiano. Ci sono carenze poderose sia in termini igienico-sanitari sia strutturali, alla quale si aggiungono sia gli allagamenti sistematici a ogni pioggia ed una carenza di personale, senza precedenti. Inoltre, gli spazi angusti preposti all’attesa delle udienze e le dimensioni delle aule spesso non risultano confacenti al numero di soggetti coinvolti.
Tale è una fotografia impietosa che riflette in peius l’ideale della giustizia. Ed in questa prospettiva, di maggiore perplessità risulta ciò che emerge dal dossier sull’edilizia giudiziaria nel nostro Paese curata dalla VIII commissione permanente di studio dell’Anm. In particolare, tra soffitti e solai fatiscenti, carenza di impianti di sicurezza e cornicioni pericolanti, la mappa degli edifici giudiziari da rimettere a nuovo nell’intera penisola restituisce un quadro quantomai desolante.
A ciò deve necessariamente sommarsi l’indecenza che deriva da tale massiva discrasia: in particolare, in determinati uffici, si può prendere cognizione di dati sensibili in maniera totalmente limpida e trasparente, accedendo al relativo faldone in maniera priva di alcun controllo ed indisturbata. Anche sulla base di tale indecente circostanza si rende necessario dotare i summenzionati uffici di forza pubblica, con un sistema di sorveglianza regolarmente istituito, come in ogni altra sede istituzionale idonea, ma anche per prevenire eventuali disagi che potrebbero compromettere o menomare l’attività giudiziaria.
Altresì a tale contesto, si deve anche addizionare sia la circostanza per cui ci si ritrova fagocitati tra vagonate di faldoni e fascicoli senza un sistema di gestione ed amministrazione idoneo, sia il triste fenomeno per cui determinate cancelliere risultano aperte a giorni alterni, concretizzando un danno incommensurabile sia nei confronti dell’arretrato, sia nei confronti di avvocati e clienti.
Per mero scrupolo informativo, si riporta all’attenzione che nel solo Ufficio del Giudice di Pace di Aversa, ci sono da pubblicare oltre 10mila sentenze e che il tempo previsti per lo smaltimento di tale mole di lavoro raggiunga 2 anni.
Per non rammentare i tempi biblici previsti per un’ordinaria richiesta di copie, per la quale si può attendere anche 1 anno. In tali zone, è fuori dubbio che non si riesca più a garantire in maniera funzionale ed efficiente il servizio al pubblico.
Risulta triste e sconcertante, considerare che tale incuria istituzionale è ravvisabile proprio negli uffici, che risultano essere il grado di giurisdizione più vicina al cittadino.
S’intende, poi, far luce sulla grave criticità dell’ ufficio archivio del Giudice di Pace di Napoli, al collasso da parecchio, dopo il trasferimento dei lavoratori socialmente utili alla Città Metropolitana. Sulla base di tale dato e delle molteplici segnalazioni inoltrate, è bene rammentare che i fascicoli definiti restano in cancelleria e gli avvocati devono materialmente cercare le loro produzioni, fra migliaia di processi in ordine sparso, configurando in tal modo un lavoro di natura elefantiaca.
Di non minore importanza è la famigerata questione dei consulenti tecnici (di parte e d’ufficio) che balzellano quotidianamente, a mo’ di grilli, nei corridoi degli Uffici giudiziari, nelle Cancellerie od addirittura in aula con l’obiettivo di accaparrarsi gli incarichi o di giurare seduta stante come ausiliari del Giudice (nel secondo caso viene meno la terzietà ed imparzialità del CTU).
Sul tema, c’è da ricordare il ben noto servizio, andato in onda tempo fa, riguardante la disorganizzazione che regna nel Mandamento di Marano di Napoli: fascicoli che si volatilizzano, cancellerie alla mercé di tutti e, soprattutto, membri del personale che sovente assumono la veste di consulenti nelle cause ivi iscritte al Ruolo. Semplicemente vergognoso!
Inoltre, sebbene le telecamere avessero ripreso “con le mani nel sacco” i periti che “lavoravano” nelle cancellerie per concludere i propri loschi affari, le Istituzioni sono rimaste…del tutto inerti, compromettendo la loro credibilità.
In virtù di quanto suesposto, chi scrive – oltre a congratularsi con la Giudice aggredita per il senso del dovere dimostrato e ad augurarle, contestualmente, una celere guarigione – intende rivolgere alle Istituzioni interessate, segnatamente Ministero della Giustizia, Presidenti delle Corti d’Appello, Presidenti dei Tribunali, Consiglio Nazionale Forense e Consigli degli Ordini degli Avvocati un accorato appello a porre rimedio agli inconvenienti supra descritti, provvedendo nel seguente modo:
assicurare un effettivo presidio di sicurezza negli Uffici giudiziari, che abbia cura d’identificare con accuratezza chi vi accede e di verificare – anche con l’ausilio dei Giudici – se chi verbalizza o patrocina sia effettivamente avvocato (evitando, altresì, che le prove testimoniali siano espletate nei corridoi, alla mercé di tutti, senza che il Magistrato ed il Cancelliere sovrintendano alle operazioni) e, nelle more, decretare la chiusura temporanea del Mandamento di Barra, sperando di non arrivare alle calende greche;
costituirsi parte civile in tutti i procedimenti penali aventi ad oggetto aggressioni perpetrate verso Magistrati, Avvocati e Personale, dacché l’agire criminoso di certi individui lede l’immagine di tali categorie professionali;
eseguire in tempi brevi gli interventi manutentivi necessari a far sì che nei palazzi di giustizia si lavori senza tensione e, soprattutto, in ambienti salubri;
impedire che i consulenti tecnici, approfittando della bolgia all’interno degli Uffici in questione, vadano a caccia d’incarichi in spregio ad ogni disposizione di Legge;
vigilare sull’operato dei preposti ad archivi e cancellerie, dimodoché i fascicoli di causa non spariscano (o non vengano fatti sparire).
Il motore della macchina giudiziaria è interessato da molteplici guasti alla cui risoluzione, purtroppo, s’indugia da tanto a provvedere: se a lubrificarlo con l’olio dell’onestà non sono gli operatori onesti, il riassesto si fa via via complicato, se non impossibile!
Si desidera, altresì, esprimere – unitamente all’avvocatura territoriale di Barra – la piena solidarietà al Magistrato rimasto vittima della denunciata aggressione, nonché condannare lo spregevole e violento atto consumato nell’aula d’udienza.
Si vuole, infine, invitare ogni operatore del Foro (Magistrati ed Avvocati) a prendere a modello la condotta della Giudicante aggredita a Barra, la quale ha dimostrato che alla mala-giustizia si ovvia innanzitutto con l’abnegazione: ancora complimenti, dottoressa, per aver sventato, col Suo lodevole coraggio, un potenziale tentativo di “sporcare” quella Giustizia che, per Divina Grazia, vanta tuttora illustri esponenti, fra cui Lei.
Ad maiora semper! – Dott. Adriano J. Spagnuolo Vigorita
Tumore al seno, visite gratuite al circolo Posillipo
Tumore al seno, visite gratuite al circolo Posillipo
Sono circa 60mila le donne che ogni anno in Italia si ammalano di tumore al seno. Se la malattia però viene individuata nelle sue fasi iniziali, il tasso di guarigione si attesta intorno al 96%. Proprio per questo la Lega italiana per la lotta contro i tumori ha promosso al circolo Posillipo di Napoli una giornata di sensibilizzazione sul tema della prevenzione, la principale arma contro questa patologia. Si tratta di un’iniziativa che rientra nell’ambito della campagna nazionale “Nastro Rosa – LILT for Women 2024” organizzata dalla sezione partenopea dell’associazione presieduta da Adolfo Gallipoli D’Errico. (Intervista in video allegato).
Nella sede del circolo prima si è svolta una sessione di controlli clinici senologici, poi è stata la volta delle uscite in mare con le Sirene Partenopee, la squadra del Dragon Boat della LILT Napoli capitanata da Eleonora D’angelo. (Intervista in video allegato).
Presente anche Filippo Smaldone Vice presidente circolo Posillipo. (Intervista in video allegato).
Verde negato, in piazza Municipio “Stati Generali 2.0”
Verde negato, in piazza Municipio “Stati Generali 2.0”
Alberi che cadono, aiuole senza manutenzione, e parchi chiusi o abbandonati nel degrado: la gestione della vegetazione cittadina è finita nel mirino di 58 associazioni che hanno organizzato davanti palazzo San Giacomo una manifestazione di protesta dal titolo “Stati generali del Verde 2.0”
Armati di bandiere e striscioni in circa 300 hanno raggiunto piazza Municipio e davanti la sede del Comune si sono susseguiti gli interventi al megafono.
Le richieste
Il censimento di tutti gli alberi presenti in città, con relativa pubblicazione online dei dati, la ripiantumazione di quelli abbattuti e l’istituzione della consulta del Verde sono solo alcune delle richieste avanzate dal presidio.
Alla chiamata ha aderito anche il movimento Rigenera Campania, che il 16 maggio scorso ha presentato alla regione una proposta di legge popolare sulla gestione ambientale. Proposta che da mesi, dicono i manifestanti, giace in un cassetto e non è stata ancora discussa.
Le parole dei manifestanti
Promotori dell’iniziativa sono Franco di Mauro, presidente del comitato San Martino e Roberto Braibanti, presidente dell’associazione Gea. (Interviste in video allegato)
Ottobre rosa, evento di chiusura del mese della prevenzione femminile di SYNLAB SDN
Ottobre rosa: il 29 ottobre l’evento di chiusura del mese della prevenzione di SYNLAB SDN dedicato alla donna
Presso il Centro Medico SYNLAB di Via Guantai Nuovi, 13,15,17 a Napoli talk sulle patologie benigne e oncologiche
Napoli – Con il talk sulle patologie benigne e oncologiche, in programma il 29 ottobre alle 18.30 presso il Centro Medico SYNLAB in via Guantai, 13, 15, 17, si chiude “Ottobre Rosa” un mese interamente dedicato alla salute e al benessere della donna, che ha visto l’équipe e il team di specialisti di SYNLAB SDN impegnati in prima linea per la diffusione della cultura della prevenzione.
Al centro del talk un approfondimento sulle patologie femminili benigne e oncologiche, con focus su endometriosi, fibromi uterini, formazioni ovariche e carcinomi mammari, uterini e ovarici. L’evento vedrà la partecipazione dell’équipe di specialisti di SYNLAB SDN, che illustreranno i temi dell’incontro in modo semplice ed esaustivo e si confronteranno con i pazienti in una sessione di domande e risposte.
L’approccio multidisciplinare sarà assicurato dalla presenza dei Ginecologi, il dott. Stefano Greggi e la Dott.ssa Iolanda Iannella, del Dott. Guglielmo Thomas, Senologo, dal Prof. Giacomo Carteni, Oncologo e dal Dott. Pasquale Mellone, Anatomopatologo e responsabile del settore Anatomia Patologica SYNLAB SDN.
INZIATIVE MESSE IN CAMPO
L’incontro giunge al termine di un ricco calendario di iniziative dedicate alla salute femminile promosse da SYNLAB SDN durante il mese di ottobre:
- una campagna di prevenzione in Via Guantai Nuovi con visita ginecologica e seduta gratuita REVIGEN, terapia indolore, sicura e non invasiva utile per contrastare i disturbi e le patologie vulvo-vaginali.
- un open day sulla prevenzione delle principali patologie della vista, tra cui la cataratta, in Via Gianturco 113.
- la partnership con “Bosco in Rosa”, la manifestazione podistica riservata alle sole donne, durante la quale le runner hanno napoletane hanno avuto l’opportunità di compilare un questionario informativo sulla prevenzione senologica e ginecologica e usufruire di specifici pacchetti di prevenzione con visite specialistiche ed esami diagnostici presso i Centri Medici a Napoli.
TEDESCHI: “SODDISFATTI DEL RISCONTRO”
“Siamo estremamente soddisfatti del riscontro positivo ottenuto dalle nostre iniziative di prevenzione dedicate alla salute della donna – ha commentato Fabio Tedeschi, Amministratore Delegato di SYNLAB SDN – L’ampia partecipazione a questi eventi dimostra la crescente attenzione delle donne verso la propria salute e il loro desiderio di essere informate e consapevoli. SYNLAB SDN conferma il proprio impegno costante nella promozione del benessere femminile in ogni fase della vita, offrendo servizi diagnostici di eccellenza e promuovendo la cultura della prevenzione”.
Napoli, svelata targa dove ebbe sede prima Camera del lavoro
Napoli, svelata targa dove ebbe sede prima Camera del lavoro
“Qui ebbe sede la prima Camera del Lavoro di Napoli fondata da lavoratori artigiani il 6 gennaio 1894”- recita così la targa commemorativa svelata in via Banchi Nuovi, nel cuore del centro storico di Napoli, che amministrazione comunale e Cgil Napoli e Campania hanno voluto apporre nell’edificio che ospitò la prima sede della Camera del Lavoro partenopea, dove venne redatto l’atto costitutivo, si organizzarono le prime leghe che associavano lavoratori e lavoratrici delle diverse categorie economiche. La storia di 130 anni di movimento sindacale nella città di Napoli, – ha detto il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci. (Intervista in video allegato).
Presenti alla cerimonia il prefetto, Michele di Bari e l’assessore al Lavoro del comune di Napoli, Chiara Marciani. (Intervista in video allegato).
Omicidio Tufano, indagati due minorenni per porto d’armi
Omicidio Tufano, indagati due minorenni per porto d’armi
Sono due al momento gli indagati per la morte di Emanuele Tufano, il 15enne del rione Sanità di Napoli ucciso alle 2 della notte tra mercoledì e giovedì scorsi in una strada perpendicolare del corso Umberto. Nelle ultime 24 ore nella sede della Questura di Napoli è stato un via vai di persone, per lo più minorenni, interrogati sia dai magistrati della procura minorile che della direzione distrettuale antimafia e nel pomeriggio di oggi è avvenuta quella che potrebbe essere la svolta delle indagini.
L’ipotesi è che uno dei due sia l’autore materiale dell’omicidio, colui che ha premuto il grilletto che ha colpito alla schiena il minorenne, che si trovava insieme ad altri due ragazzi di 14 e 17 anni. Intervistato a margine di un’iniziativa a palazzo Reale, il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha sottolineato i vuoti in organico del distretto giudiziario del capoluogo campano, sollecitando le istituzioni all’incremento della rete di videosorveglianza. (Intervista in video allegato).
Intanto è stato dimesso uno dei due amici della vittima, il 14enne giunto in ospedale con escoriazioni e lievi traumi al capo. Con lui nello stesso pronto soccorso era arrivato anche un 17enne con una ferita d’arma da fuoco al braccio che ha costretto i sanitari a un intervengo chirurgico d’emergenza.
“World of Illusion”, torna a Napoli la mostra delle illusioni
“World of Illusion”, torna a Napoli la mostra delle illusioni
In una delle chiese meno conosciute dalla città, ma posizionata al centro del traffico turistico, quella delle Crocelle ai Mannesi in zona Forcella, apre a Napoli il Museo delle illusioni.
Unico nel suo genere, il museo propone numerose installazioni che dimostrano al pubblico come spesso la mente possa esser facilmente confusa dalla vista.
Dal vaso di Rubin al Vortice del tempo, dalla Stanza invertita e il pozzo senza fondo fino alla realtà virtuale alla stanza con le nuvole fino a finire alle proiezioni di ologrammi.
A progettare le installazioni Vicente Gonzalez. Uno spazio che si apre alla città e che si propone come polo culturale così Salvatore Miccichè. (Interviste nel video allegato)
Omicidio di Emanuele Tufano, fiocco nero fuori scuola
Omicidio Emanuele Tufano, fiocco nero fuori scuola
Un fiocco nero, al centro l’iniziale di Emanuele Tufano, vicino ad un cuore, ai lati fiori bianchi: sono stati i compagni di scuola del 15enne ucciso a colpi di pistola nel centro di Napoli a realizzarlo. Fiocco che adesso svetta come segno di lutto sul cancello d’ingresso dell’istituto superiore “Della Porta – Porzio – Colosimo”, lo stesso che il giovane non potrà più frequentare.
C’è sgomento questa mattina all’esterno del plesso nel rione Sanità. Gli alunni entrano a gruppetti, il volto scuro e piegato dal dolore per la morte di un loro coetaneo. Un ragazzo che alle 2 del mattino sarebbe dovuto essere a casa e che invece ha perso la vita in un conflitto a fuoco per le strade della città. Una tragedia che, come spiega la dirigente Alessandra Guida, costringe l’intera società ad una riflessione sul disagio e sulla violenza giovanile. (Intervista nel video allegato)
Fanno fatica comprendere e ad accettare quanto accaduto i compagni di scuola di Emanuele.
Nel mentre nel luogo dove si è consumato l’ennesimo dramma i residenti hanno realizzato un piccolo altarino per ricordare il giovane.