mercoledì, Agosto 27, 2025
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Protesta dei lavoratori precari della Giustizia, presidio fuori Tribunale

Protesta dei lavoratori precari della Giustizia, presidio fuori Tribunale

Ad un anno dalla scadenza dei contratti dei precari PNRR al Ministero della giustizia e a 6 mesi dalla approvazione della prossima legge di bilancio, che dovrà individuare le risorse, i lavoratori precari della giustizia tornano in piazza per chiedere la stabilizzazione di tutti I 12.000 attualmente in servizio nel paese. 2000 solo in Campania.

La stabilizzazione di solo una parte del personale attualmente in servizio, come nelle intenzioni del Governo, penalizzerebbe non solo migliaia di professionisti, che presto potrebbero rimanere disoccupate, ma anche il personale in servizio a tempo indeterminato, caricato di ulteriore lavoro, e il sistema Giustizia tutto, a rischio paralisi.

In piazza a Napoli, all’esterno del Tribunale al centro direzionale Rossella Rigitano, comitato nazionale funzionari dell’ufficio per il processo, ed il segretario generale FP Cgil Alfredo Garzi. (Intervista nel video allegato).

Queste le testimonianze del lavoratore Riccardo Radice e Francesco Giuseppe Ferrara.(Interviste nel video allegato).

Riva Fiorita, aggredito attivista Mare Libero

Riva Fiorita, aggredito attivista Mare Libero

Per accedere in spiaggia a Napoli può accadere che si finisca in ospedale: è successo ad un’attivista del collettivo Mare Libero è stato aggredito nel corso di un’iniziativa alla spieggia di Riva Fiorita, riportando una frattura alla mano. Qualche giorno fa ad avere la peggio era stato un 15enne che si è ferito gravemente ad un braccio mentre tentava di accedere al litorale scavalcando il cancello.

Quella di ieri doveva essere una protesta contro l’autorità portuale ed il comune rei secondo i militanti, di non riuscire dopo oltre 5 anni a fare i lavori di manutenzione per rendere accessibile una delle poche spiagge libere rimaste, ma è sfociata in tensione con i condomini del parco.

Così l’attivista Mario Avoletto: (Intervista nel video allegato).

Il conte Dracula morì a Napoli? L’indizio finalmente decifrato

Esiste un filo che collega Napoli alla Transilvania, la terra romena passata alla storia per il mito del conte Dracula. A provarlo, una recente scoperta anticipata alla stampa da Giuseppe Reale, direttore del complesso angioino-aragonese di Santa Maria la Nova. Il professore ha informato i giornalisti direttamente dalla Romania, dove ha appreso i primi esiti del lavoro di un gruppo di studiosi.

La scoperta

A rivelare uno scenario inedito circa questo legame, un gruppo di ricercatori alle prese con alcuni simboli scolpiti su una tomba presso il complesso di Santa Maria la Nova.

Sin dal 2014, alcuni studiosi dell’Università estone di Tallin avevano provato a decifrarla. Grazie all’incrocio di diverse fonti storiografiche, le ipotesi immaginavano che nella sepoltura si trovassero proprio i resti del celebre conte Dracula.

Dopo varie testimonianze che collocavano il corpo senza vita del nobile romeno in terra napoletana, la cosiddetta “pista partenopea” si era fatta largo tra le altre.

La scoperta rivelata dal pool di scienziati sembrerebbe corroborare proprio questa ipotesi, avanzata già 10 anni fa.

L’incisione

Sino a oggi il significato della scritta era sconosciuto. Da quanto emerso, si tratterebbe di un elogio funebre proprio rivolto a Vlad III di Valacchia. Egli era divenuto celebre con l’appellativo di “Conte Dracula” grazie a allo scrittore irlandese Bram Stoker che, nel 1897, a lui si ispirò per il protagonista del suo omonimo romanzo.

A risultare determinanti per convincere gli scienziati dell’identità dell’uomo sepolto, alcune decorazioni presenti sulla tomba. Per anni i ricercatori si sono concentrati sul disegno di un drago e su alcuni simboli che sembrerebbero di matrice egizia.

Il figlio del drago

Secondo quanto ricostruito, Vladislav III di Valacchia Hagyak (questo il nome completo) sarebbe nato il 2 novembre del 1431 a Sighisoara, territorio all’epoca proprietà del principato di Valacchia.

Come spesso accade per i nomi dell’est, il suo appellativo derivava dal padre. Quest’ultimo faceva parte dell’Ordine cavalleresco del Drago (Ordo Draconis) e veniva chiamato Dracula, in romeno Drăculea.

Simbolo della confraternita era un dragone, icona abbinata al diavolo, con una Santa Croce sulla schiena (simbolo della vittoria di Dio sul maligno). Poiché il padre veniva appellato Dracul, era sufficiente aggiungere il suffisso -a per ottenere Dracula, figlio del drago.
Il nobile Vlad III sarebbe stato successivamente soprannominato l’”impalatore”. In battaglia, per spaventare i turchi che minacciavano di invadere la Valacchia, aveva fatto impalare i prigionieri di guerra lungo la strada che portava al suo regno.

Dracula a Napoli

Ma come ci è finito un personaggio storico realmente esistito, come il celebre nobile romeno, nel complesso angioino-aragonese di Santa Maria la Nova?

Le fonti storiche ci dicono che che Vlad III morì tra il dicembre 1476 e il 10 gennaio 1477, in seguito alla sua sconfitta militare contro i Turchi. Una sconfitta che segnò la fine dell’indipendenza del regno e l’ingresso nell’Impero Ottomano.

Nulla di certo è dato sapere sulla sorte del suo corpo.

Secondo le teorie più accreditate, il condottiero sarebbe sepolto nel monastero Snagov, su un’isola dell’ominimo lago a 35 chilometri dall’odierna Bucarest.

Eppure, secondo la “pista napoletana”, il conte Dracula non sarebbe morto in battaglia, ma sarebbe stato fatto prigioniero dai turchi e in seguito rintracciato dalla propria figlia, Maria Balsa, nel frattempo adottata da una famiglia di Napoli, città dove si sarebbe rifugiata proprio per salvarsi dalla persecuzione turca.

In questo modo il nobile avrebbe concluso i propri giorni nella città partenopea, finendo nel sarcofago di Mario Ferrillo, notabile napoletano del XV secolo e suocero della figlia, sepolto proprio nella Chiesa di Santa Maria La Nova.

Martina Carbonaro, a Casoria meeting con don Mimmo Battaglia

L’omicidio della 14enne Martina Carbonaro, avvenuto ad Afragola in provincia di Napoli il 28 maggio, ha sconvolto un’intera comunità. In suo ricordo, nell’ambito delle iniziative del patto educativo siglato tra l’arcivescovo di Napoli, don Mimmo Battaglia e i rappresentanti delle istituzioni, si è svolta un’assemblea pubblica nella parrocchia di san giorgio martire a Casoria, a pochi chilometri dal luogo del ritrovamento del corpo senza vita della 14enne. Con don Mimmo Battaglia, che ha sottolineato quanto sia stato difficile per lui scrivere l’omelia pronunciata poi durante i funerali della ragazza, sono intervenuti anche il procuratore generale e la presidente della corte d’appello di Napoli, Aldo Policastro e Maria Rosaria Covelli

Al tavolo dei relatori, il coordinatore del Patto educativo, Gennaro pagano

A Napoli arriva il supercomputer Megaride

A Napoli arriva il supercomputer Megaride

Ha un’elevata efficienza energetica e un sistema HPC alimentato da 28.000 processori e 340 acceleratori. Si chiama Megaride, come l’isolotto su cui sorge il Castel dell’Ovo, il supercalcolatore inaugurato alla presenza del ministro dell’Università Anna Maria Bernini al polo tecnologico dell’Università degli Studi di Napoli Federico II a San Giovanni a Teduccio.

Megaride sarà interconnesso e opererà congiuntamente con Leonardo – uno dei dieci supercalcolatori più potenti al mondo -, garantendo prestazioni ottimizzate per lo sviluppo di strumenti di Intelligenza Artificiale e Machine Learning.

Tra questi, di particolare rilevanza per le finalità del progetto sono i metodi avanzati per la salvaguardia della cybersicurezza nazionale ed europea.

Presenti al simbolico taglio del nastro il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi ed il rettore della Federico II, Matteo Lorito.

(Interviste nel video allegato)

San Giorgio a cremano, il sindaco Zinno si dimette

Il Sindaco di San Giorgio a Cremano, Giorgio, Zinno ha rassegnato questa mattina le sue dimissioni da Primo Cittadino. Dal 22 luglio si insedierà il Commissario Prefettizio indicato dalla Prefettura che resterà in carica fino alle prossime elezioni comunali.

Queste le parole del Sindaco Zinno: “Dopo aver dedicato gli ultimi 10 anni della mia vita alla nostra amata città come Sindaco, mettendo le necessità della nostra bella comunità anche davanti a quelle familiari e personali, non posso nascondere che questa è stata una scelta difficile e travagliata. Il mio mandato è prossimo alla sua definitiva scadenza e allo stesso tempo una legge regionale rende obbligatorio, per i sindaci che intendono candidarsi alle elezioni regionali, dimettersi con largo anticipo. Questi motivi tecnico-burocratici mi costringono, oggi, a dimettermi con qualche mese di anticipo rispetto alla scadenza naturale della consiliatura per potermi candidare al Consiglio Regionale della Campania. Sono stato quindi, chiamato ad una scelta amara, eppure non priva di una visione per il futuro della nostra Città. Lascio la città in una fase di crescita importante con il recupero di aree urbane dismesse, progetti di riqualificazione urbana con parchi e aree verdi, strade ed edifici scolastici e con un importante rilancio culturale. Una città più attenta ai fragili, con servizi di maggior qualità, più pulita e moderna e con nuovi strumenti di pianificazione urbana“.

Subito dopo il bilancio di quanto fatto in questi 10 anni, il Sindaco Zinno ringrazia apertamente i consiglieri comunali, gli assessori, gli esponenti politici che lo hanno sostenuto nel corso dei due mandati, così come in questa scelta condividendo – fa sapere –  l’idea di un percorso che aiuterà in forma diversa la comunità sangiorgese.

“Ringrazio anche i dirigenti e i dipendenti comunali – aggiunge –  che avranno il compito di garantire che tutti gli sforzi compiuti in questi anni non vadano persi, nell’attesa dell’insediamento di una nuova amministrazione comunale a cui, fin da ora, garantisco la mia più leale collaborazione. Anche in queste ultime settimane e fino al 21 luglio, data in cui diverranno effettive le mie dimissioni per legge, continueremo a lavorare per programmare le attività”.

E poi tranquillizza i sangiorgesi: “Potete stare tranquilli: la macchina amministrativa è all’altezza delle sfide dei prossimi mesi e la qualità dei servizi non subirà contraccolpi.

Sento il dovere di ringraziare anche il mio compagno e la mia famiglia che mi hanno sostenuto in questa esperienza, ma anche i tanti amici di sempre e quelli incontrati durante questo percorso. Ringrazio soprattutto i tantissimi cittadini che hanno sostenuto la nostra idea di cambiamento e la volontà di essere una vera e coesa comunità!

Il mio impegno per la nostra comunità non finisce qui! Continueremo a incontrarci in città o attraverso i tantissimi messaggi che mi inviate ogni giorno, attraverso la messaggistica dei social. Se lo vorrete con il vostro fondamentale sostegno potrò e potremo percorrere insieme nuove strade che saranno importanti anche per lo sviluppo della nostra città.

Oggi con questa firma, realizzo che si sta chiudendo per me un periodo bellissimo, un periodo in cui ogni azione ha avuto come obiettivo quello di migliorare il nostro territorio. Sono certo che faremo ancora tanta strada insieme, fianco a fianco, in un percorso nuovo che vedrà sempre la nostra comunità al centro. Lascio oggi il ruolo di Sindaco, ma non lascio la mia città e voi. Porto con me la vostra fiducia e il vostro amore. Continuerò a servire la nostra comunità con lo stesso impegno e la stessa passione”.

Mario Paciolla, archiviata indagine per morte del cooperante napoletano

Il gip di Roma ha archiviato l’indagine relativa alla morte del cooperante italiano Mario Paciolla, trovato privo di vita in Colombia nel 2020 dove operava per le Nazioni Unite. Il giudice ha accolto la seconda richiesta avanzata dalla Procura della Capitale a cui si erano opposti i familiari del giovane,  convinti che Mario non si sia suicidato ma che sia stato ucciso. Nel primo caso il giudice aveva disposto ulteriori indagini

I genitori di Mario Paciolla in presidio a Palazzo San Giacomo

“Prendiamo atto con dolore e amarezza della decisione del Tribunale di archiviare l’omicidio del nostro figlio Mario. Noi sappiamo non solo con le certezze del nostro cuore ma con le evidenze della ragione, frutto di anni di investigazioni e perizie, che Mario non si è tolto la vita ma è stato ucciso perché aveva fatto troppo bene il suo lavoro umanitario in un contesto difficilissimo e pericoloso in cui evidentemente non doveva fidarsi di nessuno”. Così commentano i genitori di Mario, Anna Motta e Giuseppe Paciolla, la decisione del gip di Roma. “Sappiamo che questa è solo una tappa per quanto ardua e oltraggiosa del nostro percorso di verità e giustizia: continueremo a lottare finché non otterremo una verità processuale e non sarà restituita dignità a nostro figlio – si aggiunge nella nota -. Utilizziamo con rammarico e sofferenza il verbo lottare, mai avremmo pensato di dover portare avanti una battaglia per avere una giustizia che dovrebbe spettarci di diritto. Sappiamo che non siamo e non resteremo mai soli. Grazie a tutte le persone che saranno al nostro fianco fino a quando la battaglia non sarà vinta”. Alle 19 di questa sera (30/06/2025) Pino e Anna Paciolla saranno in presidio in piazza Municipio con tutte le persone che in questi anni hanno sostenuto la loro battaglia.

Tangenti lavori autostrade, 5 indagati nel casertano tra funzionari e imprenditori

Lavori autostradali pilotati e affidati in cambio di tangenti, consegnate in tranche, persino nei vasi di fiori. E aziende, che per “oliare” il sistema e avere gli affidamenti da centinaia di migliaia di euro, risparmiano sulla formazione dei lavoratori mandandoli in servizio senza la necessaria preparazione, tanto che uno di loro si infortuna gravemente. È quanto emerge dall’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere (Ce) a carico di cinque persone, accusate a vario titolo di corruzione, turbativa d’asta e falso.

ECCO I NOMI DEGLI INDAGATI

Tra gli indagati figura Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis, concessionaria della gestione dell’autostrada A3 Napoli-Pompei-Salerno, che avrebbe ricevuto la tangente da 6500 euro in tre tranche. Ci sono poi quattro imprenditori tutti residenti tra la città di Napoli e i comuni dell’hinterland: Antonio Giardino e Tommaso Mauriello, ritenuti coloro che avrebbero dato la tangente, Barbara Sposato e Giovanni Castiello, accusati invece di aver fornito a Giardino e Mauriello falsi attestati per la formazione dei dipendenti, con la firma anche di un uomo deceduto; tra i lavoratori falsamente formati compare anche un addetto vittima di un infortunio sul lavoro nello scorso mese di aprile, per il quale la documentazione relativa all’obbligatorio corso di formazione in realtà mai frequentato, sarebbe stata presentata da Giardino dopo l’incidente.

IL DECRETO DI PERQUISIZIONE

Nei giorni scorsi il titolare del fascicolo, il sostituto procuratore della Procura di Santa Maria Capua Vetere Giacomo Urbano, con il coordinamento del procuratore Pierpaolo Bruni, ha emesso un decreto di perquisizione inviando i carabinieri a setacciare case e uffici degli indagati a caccia di documenti sensibili e a sequestrare cellulari e supporti informatici.

L’INDAGINE PARTITA DA UNA DENUNCIA

L’indagine fotografa fatti molto recenti ed è partita dalla denuncia presentata a luglio del 2024 da un funzionario della società Autostrade per l’Italia, Giorgio Grappasonni (coordinatore Centro Esercizio di Cassino per il VI Tronco), che ha raccontato ai carabinieri dei Nucleo Investigativo di Caserta di essere stato avvicinato in quel periodo dall’imprenditore napoletano Antonio Giardino, titolare dell’azienda “La Gardenia srl”, affidataria dei lavori di manutenzione ordinaria per 3 milioni di euro di un tratto autostradale, che gli avrebbe offerto una busta contenente banconote da 50 euro, che però Grappasonni non ha accettato. Il tentativo di corruzione sarebbe stato fatto da Giardino per “ammorbidire” Grappasonni ed evitare che questi elevasse verso la società dell’imprenditore altre contestazioni per irregolarità nell’esecuzione dei lavori di manutenzione, avendone già redatte sei.

I TELEFONI SOTTO CONTROLLO

Il telefono di Giardino è stato messo sotto controllo dal giorno della denuncia. Ed è venuta alla luce l’esistenza di un collaudato sistema guidato da Giardino e dal complice Mauriello, in grado di aggiudicarsi con le società “La Gardenia” e “MT Ecogroup srls” appalti pubblici in tutta Italia attraverso modalità corruttive, o farli aggiudicare a imprenditori amici.

IL RUOLO DI ANTIGNANI

E in tale contesto è emersa la figura di Bruno Antignani, funzionario del Consorzio Stabile Sis. A Antignani, è stato accertato, Giardino ha dato una tangente di 6500 euro in tre tranche. Per far affidare alcuni lavori sulla Napoli-Salerno alla ditta di un terzo imprenditore, che aveva pagato Giardino e Mauriello per fungere da intermediari verso Antignani. Quest’ultimo non è stato indagato perché, ipotizza la Procura, avrebbe potuto anche non sapere della corruzione posta in essere dai due indagati. La prima tranche da 3500 euro sarebbe stata consegnata da Giardino ad Antignani il 13 dicembre 2024. La seconda di 1500 euro il 21 febbraio di quest’anno, lasciata in una busta messa in vaso di fiori davanti all’abitazione di Antignani. La terza sempre da 1500 il 17 aprile scorso. Oltre ai soldi, Antignani ha avuto in cambio anche l’esecuzione di lavori a casa sua.

TURBATIVA D’ASTA

Altro episodio contestato dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere quello avvenuto a marzo scorso. E’ relativo alla turbativa d’asta per i lavori di manutenzione del verde pubblico sulla Napoli-Salerno. In questo caso  Giardino e Mauriello avrebbero promesso 15mila euro ad Antignani. Richiesta in cambio della rivelazione anticipata del ribasso da presentare con riferimento alle altre offerte pervenute.

Bradisismo, scossa di magnitudo 4.6 a largo di Bacoli: crolla costone

Dopo settimane in cui il bradisismo aveva allentato un po’ la morsa sugli abitanti dei campi flegrei, la scossa più forte degli ultimi 40 anni nell’area è avvenuta questa mattina. Alle 12.47, una scossa di magnitudo 4.6 si è verificata in mare a largo delle coste di Bacoli. Quattro minuti dopo, alle 12.51, si è verificata una seconda scossa di minor intensità, magnitudo 2.2. Al momento non si registrano danni a persone, ma il sisma ha provocato la frana di un costone di roccia sull’isolotto di Punta Pennato, di fronte Capo miseno. La scossa è stata avvertita anche nel capoluogo partenopeo, ma nessuna segnalazione di danni è giunta al centralino dei vigili del fuoco. La magnitudo di 4.6 è la più alta registrata negli ultimi 40 anni nell’area flegrea uguagliando quella verificatasi la notte del 13 marzo scorso. Il sisma è stato registrato a una profondità di 5 km. In via precauzionale, per consentire le verifiche necessarie, così come previsto da un protocollo di sicurezza per le scosse oltre magnitudo 4.0, è stata sospesa in corrispondenza del nodo ferroviario di Napoli la circolazione dei treni dell’Eav, compreso cumana e circumflegrea, e quella della linea 2 della metropolitana di Napoli che serve la tratta tra Bagnoli e Pozzuoli. Sulla nuova scossa, dopo settimane di quiete, è intervenuto il direttore dell’Ingv di Napoli, Mauro Di vito

Peppe Iodice, terapia di gruppo comica e irriverente al CTF 2025

Peppe Iodice, terapia di gruppo comica e irriverente al CTF 2025

Una terapia di gruppo ad una comica forma di auto analisi. Lo studio medico, per così dire, è la sala (strapiena) del teatro Politeama. Il medico, sul palco, è Peppe Iodice, sempre più mattatore irriverente, a teatro, in tv o al cinema. Per il Campania Teatro Festival, diretto da Ruggero Cappuccio, ripropone lo spettacolo “So Pep”, ma questa volta “in ultima analisi”.

1 ora e 40 minuti di risate, appalusi e irriverenza allo stato pure, condita con l’istintiva capacità di Iodice di tenere in pugno il suo pubblico, tirando fuori dal suo immaginario lo specchio in cui ognuno si ritrova, raramente a disagio, più spesso con un moto liberatorio, che si lascia trascinare in un saliscendi di emozioni. L’attualità è il motivo conduttore, i video commentati con la consueta vena comica, il filo che unisce tutto e che conferma il momento d’oro di un artista sempre più consapevole della sua bravura.