Ucciso e sciolto nell’acido, arrestati tre affiliati del clan Licciardi

La vittima aveva una relazione con la moglie di un componente del suo stesso clan, i Licciardi, appartenenti all’Alleanza di Secondigliano

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Fu ucciso e sciolto nell’acido dieci anni fa per una punizione d’onore. La vittima aveva una relazione con la moglie di un componente del suo stesso clan, i Licciardi, appartenenti all’Alleanza di Secondigliano.

Oggi i carabinieri del Raggruppamento Operativo Speciale del Comando provinciale di Napoli hanno arrestato tre soggetti gravemente indiziati di associazione mafiosa, estorsione e dell’ omicidio di Salvatore Esposito, detto Totoriello, scomparso a fine settembre del 2013 e punito con la morte dai suoi sodali criminali.

LA VITTIMA AVEVA UNA RELAZIONE CON UN MEMBRO DEL PROPRIO CLAN

L’indagine che ha portato all’identificazione degli esecutori materiali della “punizione d’onore” all’interno del clan Licciardi è durata più di un anno, grazie ad una lunga serie di intercettazioni e pedinamenti. E con il contributo rilevante di alcuni collaboratori di giustizia che hanno permesso di ricostruire il movente dell’omicidio.

OMICIDIO CON LA COLLABORAZIONE DEL CLAN POLVERINO-SIMIOLI DI MARANO

La vittima fu attirata in una zona boschiva periferica di Chiaiano dove insistono numerose cave di tufo e, con la collaborazione di elementi di vertice del clan Polverino-Simioli operante nel territorio di Marano, fu uccisa con alcuni colpi di arma da fuoco.

Successivamente il cadavere fu sciolto nell’acido, utilizzando una tecnica tipica degli affiliati a Cosa Nostra e già utilizzata anni fa dal potente clan Nuvoletta – all’epoca in affari con la mafia siciliana di Totò Riina –  per l’omicidio di ben cinque esponenti del clan rivale Vastarella.