Ranieri e il sogno: “Giochiamo in undici e in undici dobbiamo vincere”

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di EMILIO VILLANO

È stato sempre così, un lavoro di squadra, la vita di Ranieri. Però non guardarsi indietro,
stanotte, sarebbe un peccato di superbia. Claudio Ranieri dopo aver trainato
Leicester al centro del pianeta terra, torna con la memoria al suo piccolo mondo, quello
in cui tutto si doveva ancora costruire e gli scudetti era argomento che toccava ad altri non
a lui, una festa da osservare da lontano distaccato e sereno… proprio come adesso, con il
volume di una tv in sottofondo. Alle due di notte, la città incantata si è trasformata da
palcoscenico on the road, clacson, balli di piazza, canti e capannelli ma sopratutto birra…
tanta birra! Ma a Casa Ranieri, Claudio e Rosanna, sua moglie, sorridono forte ma tengono
la voce bassa, molto bassa come se non volessero svegliarsi : “O mio dio. Siamo proprio
tranquillissimi mi creda. Vediamo la festa in tv e siamo contenti di sentire i tifosi far festa
per strada. Vedere la gente felice mi rende felice. Vedere i miei ragazzi commossi, dopo
tutti i sacrifici che hanno fatto, commuove anche me”. Ranieri è commosso ma và ci
credete lui è solo commosso? “Se è il giorno più bello della mia vita? Non lo so. È un bellissimo
momento, ma se mi concentro su quel che abbiamo fatto, non riesco a non tornare al principio, a
Pozzuoli, quando nel 1987 con il Campania, in serie C, battemmo il Cagliari contro ogni
previsione e il presidente Orrù e il direttore sportivo dei sardi di allora,Carmine Longo,
mi assunsero per iniziare questo strano viaggio con la valigia sempre in mano. Da
calciatore, tra Roma, Catanzaro, Catania e Palermo non sono stato un grande campione.
Non mi hanno dato subito un grande club da allenare. Cagliari fu l’inizio del sogno.
Salimmo dalla terza serie alla serie A. Quegli anni mi diedero la possibilità di essere dove
sono oggi. Non sarò mai abbastanza grato. Se me lo chiede tra qualche anno, magari, la
risposta sarà diversa e la memoria di questa Premier League avrà un altro peso. Il
ricordo ha questo di magnifico: si fa coprire dalla nostalgia, diventa più dolce con gli anni
che passano, si fa idealizzare. Ma per fare i consuntivi, almeno spero, rimane ancora tanto
tempo”. Si è proprio così da alto ufficiale in comando, con oneri e onori, dei paradossi dei
grandi club in cui ha prestato servizio. Gentiluomo sempre, nella buona e nella cattiva
sorte. Napoli, Fiorentina, Parma, Valencia, Atletico Madrid, Chelsea, Juventus, Roma.
Leicester… si proprio con il piccolo Leicester ha vinto il campionato più ricco e prestigioso
del mondo, questo in Inghilterra si può! Se si è bravi, attrezzati ed un po’ fortunati li, dove
il potere ha un ruolo giusto non determinante si può. Lì dove la federazione, che paga gli
arbitri, non ha gli stessi sponsor della squadra che vince. Lì dove il gioco di squadra conta
e ti fa battere il cuore … forte … sempre!!! Per la storia e perché le partite, Ranieri insegna,
durano sempre più di novanta minuti. Bravo Claudio