Napoli, le opere in sotterraneo incontrano architettura, archeologia e arte

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A un anno dall’evento mondiale dedicato alle gallerie che si svolgerà proprio a Napoli, si è tenuto il convegno ” -1 WTC, le opere in sotterraneo incontrano architettura, archeologia e arte”.

“Per questa giornata di studio abbiamo pensato come location, alla dimora ottocentesca di Villa Pignatelli, villa monumentale di architettura neoclassica di Napoli ubicata lungo la Riviera di Chiaia, che tra l’altro si trova di fronte alla nuova fermata della Linea 6 di San Pasquale, permettendone quindi anche una visita durante il convegno”, ha spiegato il presidente nazionale di SIG (Società italiana gallerie) Andrea Pigorini.

“La città di Napoli è una delle città storiche italiane che ha una delle più antiche tradizioni al mondo di scavi in sotterraneo, a partire dai Greci: i Romani costruirono poi vere e proprie gallerie stradali (Crypta Neapolitana sotto la collina di Posillipo e Seiano Grotto sotto la rupe di Coroglio) e l’ITA per l’importanza e la maestosità di questi scavi sotterranei, ha recentemente voluto attribuire alla rete delle gallerie romane napoletane il riconoscimento di ‘ITA Tunnel Landmark’ che è stato assegnato in occasione del congresso mondiale di Dubai 2018”.

La giornata sarà dedicata alle gallerie e ai paesaggi ipogei realizzati soprattutto nel mondo romano, per garantire comunicazioni efficienti e sicure in ambito civile e militare. La ricerca si è sviluppata grazie all’ integrazione di varie discipline: archeologi, ingegneri e geologi hanno collaborato al fine di approfondire gli aspetti tecnici dei manufatti, in stretta relazione ai contesti ambientali in cui si erano inseriti. Attraverso l’analisi dei manufatti che dall’antichità ci sono pervenuti è stato anche possibile far emergere l’eredità di nozioni e pratiche che la tecnologia moderna ha ricevuto dal mondo antico, in una prospettiva culturale che intende indagare il passato al fine di capire meglio il presente e pianificare il futuro.

“La metropolitana di Napoli è la più grande opera infrastrutturale della Campania degli ultimi anni, oltre 20 km con 22 stazioni in esercizio ed in fase di realizzazione ulteriori 7 km e 9 stazioni. La vision perseguita per la realizzazione di tale opera, può essere ricondotta a quella enunciata da Vitruvio nel “De architectura”- XV a.c. firmitas, venustas, utilitas, ovvero solida, bella e utile. Una miscela straordinaria di: grandi innovazioni tecnologiche, la complessità del territorio napoletano ha richiesto l’utilizzo di tecniche e mezzi altamente specialistici, una sfida dell’ingegneria; bellezza architettonica e artistica, architetti di fama internazionale hanno progettato le stazioni che sono state arricchite di opera d’arte, un museo obbligatorio per gli utenti; utilità per il territorio, 45 mln di utenti all’anno, circa 1,8 mln di turisti, di questi circa 176 mila visitano le stazioni proprio come luoghi della cultura con numeri più vicini a quelli del Museo di Capodimonte. Unica metro al mondo che collegherà le tre porte di accesso alla città (ad oggi stazione alta velocità e porto e in futuro anche l’aeroporto), ha commentato il presidente di Metropolitana, Ennio Cascetta, professore ordinario di Pianificazione dei Sistemi di Trasporto presso l’Università Federico II di Napoli, nonché docente presso il Massachusetts Institute of Technology (MIT) di Cambridge USA che farà un intervento su La metropolitana delle 3A. Al convegno interverranno, dopo il saluto di Andrea Pigorini, Francesca Ghedini (Prof. Emerito di Archeologia Università di Padova), Stefano De Caro (Già Direttore Generale di ICCROM), Carlo Viggiani (Prof. Università Federico II di Napoli), Sebastiano Pelizza (Prof. Emerito Politecnico di Torino), Carlo Callari (Prof. Università del Molise e di Roma Tor Vergata), Giuseppe Molisso (Senior Program Manager Ansaldo STS).